da “Manuale di Afasia”

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Atto di fede

Atto di fede:
non sono io che non vede,
è dio
che non mi crede.

Secondo Atto di fede:
no, no, son io,
è dio
che non ci vede.
(ottobre 2013)

***

Talcsciò

C’erano tutti:
i rappresentanti dei lavoratori
a contratto, a programma, a sensazione…
c’era anche quello con il posto fisso,
un rappresentante del baratro e l’altro dell’abisso.

Ognuno parlava tra sé e con i suoi
la sua propria lingua,
-dialetto, idioma-
incurante del domatore che aizzava:
“e dopo’? e dopo?
dica qual è il suo scopo?…
oppure dica chi la paga per restare zitto!”
e il coro: “è un nostro diritto!”

C’era anche un cristo crocifisso
-o forse era un ologramma-
ma c’era di sicuro la sua mamma,
cercava i RESPONSABILI
“magari, ad averne!”
fraintese il conduttore,
sempre più condotto e passeggero.

Uno voleva i nomi, I NOMI!
di tutti quelli di cui sono d’avanzo i soprannomi,
e si conoscono le tracce a memoria.
Uno,  da solo era diventato vecchio in un angolo,
se la prendeva “con una gran faccia di bronzo”
-non si era accorto dello specchio-
e gli gridava.” stronzo! stronzo! stronzo!”,
in un crescendo ossessivo di bava alla bocca.

“Sotto a chi tocca!” faceva il domatore
la bandiera tenendo in mezzo al campo
-cioè le file di poltrone-
chiamando a caso i numeri da casa
c’era scappato il miracolo, il risorto.

Uno invece era morto,
uno aveva mandato la giustifica,
l’altro la verifica e i suoi libri tutti pubblicati
di cui nessuno s’era accorto.
L’altro più furbo, fingeva di essere vivo,
o forse era un automa
sponsorizzato dal sindaco di roma,
che bastava a provocare i suoi stessi sensi di colpa.

Insomma tutto era ordinato,
a suo modo, funzionava
il domatore comunque domandava
“E dopo, dopo?”

Sull’altro canale,
‘Realtà parallele’, la signorina del palato
in bella mostra mimava con perizia commovente
la ricetta del giorno
“l’ultimo giro di giostra” è sottotitolato
a cura del Dolce forno  e di Delizie del parlato
che lo han sponsorizzato.

“E’ l’ultimo giro!” diceva persino l’inserviente…
Niente, il domatore continuava:
“e dopo,  e dopo?”

“Chi lo ha detto che ci sia il dopo”
disse spegnendo, l’Ultimo Spettatore.
(2013)

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