A piedi, di Paolo Rumiz. Feltrinelli 2012 (collana Feltrinelli Kids), pp. 128, € 12,00
Del rapporto stretto fra il passo (quello che si fa camminando) e il racconto non si stanca di parlare Rumiz … L’autore è ospite della libreria lunedì 16 maggio alle ore 17.30
Flaubert era dell’idea che non si può scrivere se non seduti. Nietzsche non la pensava così, convinto com’era che solo i pensieri nati camminando hanno valore. Ma anche quelli che si scrivono, soprattutto quelli, aggiungerebbe Paolo Rumiz. E forse ha ragione: quando si apre un libro per farsi un’idea non tanto di quel che dice ma di come lo dice se ne legge un passo, appunto, e del rapporto stretto fra il passo (quello che si fa camminando) e il racconto non si stanca di parlare Rumiz: Una storia raccontata in bicicletta è diversa da quella del viaggio a piedi. La prima è un mordi e fuggi mentre il viaggio a piedi è più introspettivo e complesso, tanto che si può sostenere che non esiste viaggio senza scrittura. L’andatura diventerà scrittura. La scrittura è figlia del cammino. Anche i pensieri, anche i ricordi nascono dal ritmo regolare dell’andare.
Anche l’ultimo dei viaggi che ci racconta in estate, sulla Repubblica, Rumiz l’ha fatto a piedi, da Roma a Brindisi lungo l’Appia perduta, ma la sua filosofia del camminare, del camminare scrivendo, ha voluto sintetizzarla in un piccolo libro: A piedi, il racconto della passeggiata di una settimana, da Trieste a Promontore (Premantura in croato), la punta estrema dell’Istria. Il libro è stato inserito nella collana per ragazzi (della Feltrinelli) ma è stato l’occasione per scrivere cose che mi sarebbe piaciuto da tempo dire anche agli adulti, assicura l’autore.