Percorsi narrativi raccoglie i testi letterari di Renzo Baldo: apre con una “summula” in chiave aforistica del pensiero intimo di “Filippo Ottonieri Junior”, prosegue con la rappresentazione dei regni di distopia nei “Racconti rabelesiani”, per continuare sui condizionamenti biologici, le forme di alienazione e le aspirazioni a nuovi ordinamenti sociali che attanagliano l’uomo moderno in “Paradossi (quasi racconti)”, per concludere, infine, con i “Pensamenti dello zio Eufrasio”, ultima ed estrema personificazione aforistica del sentire laico del narratore.
Il ritratto che emerge, sottolinea Giovanni Tesio, è quello di un “moralista in senso classico”. Per dar corpo al suo pensiero, Baldo ricorre a frequenti riferimenti culturali, ora espliciti, ora impliciti, mescola diversi registri formali, affidando il suo messaggio a scelte lessicali e a intrecci concettuali che il lettore è invitato a individuare e il critico aiuta a portare alla luce, rilevandone, tra l’altro, lo stile consapevolmente classicistico, “marginale per scelta”, per “meditato straniamento”, nel quale l’autore trova “il suo pieno domicilio”. Per dire, esponendosi di persona e senza mai arrendersi, la problematicità del vivente.
In occasione del primo anniversario della morte di Renzo Baldo, i famigliari hanno promosso una nuova edizione di alcuni dei suoi scritti più significativi (raccolti, oltre che in questo libro, in un altro dal titolo Memorie e ritratti). Parallelamente, la rivista “BresciaMusica” ha pubblicato, in questa stessa edizione, i testi comparsi nella rubrica Biscrome.
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Recensioni
Dal Giornale di Brescia del 25 novembre 2018.
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