Angelo Bendotti, Nel segno di Fenoglio. Lo straordinario e il vero, Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea-Associazione editoriale Il filo di Arianna 2919
La distanza fra storici e narratori della Resistenza – portatori i primi di uno sguardo dall’alto, privo di complicazioni emotive, e i secondi attenti invece a restituire il vissuto di una lotta condotta giorno per giorno – aveva trovato un correttivo a inizio anni Novanta nell’opera di Claudio Pavone. Una guerra civile, in cui lo storico attingeva a testimonianze capaci di render conto della concreta esperienza di quei giorni. Ora, questo libro sembra “annunciare una terza fase nei rapporti fra storici e narratori”: questo il parere autorevole di Gabriele Pedullà, scrittore e critico letterario secondo il quale “Bendotti compie il percorso di Pavone nella direzione opposta: dalla storia alla letteratura”.
A motivare un simile percorso è la convinzione che la letteratura non sia “accessoria”, non si riduca a “un divertissement a fianco della ricerca storica, e che quindi “per studiare la storia della lotta partigiana bisogna innanzitutto partire dai grandi scrittori”: quanto rileva nella sua introduzione Elisabetta Ruffini, attuale direttrice dell’Istituto bergamasco, è subito confermato dall’autore stesso, che nella sua nota d’apertura esprime la sua “gratitudine nei confronti di Beppe Fenoglio (…) perché mai nessuno ha scritto meglio di Resistenza”. Sicché i suoi romanzi possono essere assunti come “una guida dentro la ricerca storica”, nella “consapevolezza che la storia è anche racconto della storia”. E sono appunto racconti quelli che si leggono nei dodici capitoli che si dispongono attorno ai due centrali, in cui si raccolgono le riflessioni di carattere più teorico sul rapporto fra storia e letteratura. Dodici capitoli che – mettendo in risalto momenti e situazioni, ruoli e figure – propongono altrettanti temi, “spesso scomodi e/o poco sviluppati”, che sono le “storie” raccolte dall’autore a mettere in luce: “storie che potrebbero ridare un significato alla parola antifascismo”.
Questo testo compare anche nel sito della nuova libreria Rinascita di Brescia, alle cui attività culturali Carlo Simoni collabora