▸ dai giorni del coronavirus
L’altopiano roccioso del mio terrazzino, gettato nel sole di maggio, volenteroso, di forti avventure, vi garantisco. Stavo. Non ho fiato per cantare mentre cammino. Escursioni di molto tempo fa. Quindi sto in silenzio. Tornano pagine di diario che non aprivo da molto, che apro spesso o quando voglio. Rivendico: non ho bisogno di un’epidemia per buttare via il tempo. Sto. Certo che sto. Terra solo mia. Mia sola patria, solo mia. Cammino. Certo che cammino. Mi sento cantare. Nel sonno. Posso correre. Ma fino a un certo punto.