Per una “ecologia della parola”
Accanto all’ecologia dell’ambiente, ai pericoli che ne possono derivare per l’intera umanità se non si innescano costumi sostenibili e di rispetto dei suoi ritmi, c’è anche una “ecologia della parola” da rispettare e da usare in modo “sostenibile” perché ne dipende il senso stesso del vivere insieme, delle prospettive di futuro, dei valori che intessono l’espressione dell’esistenza come individui e come società.
«Le parole sono il bmeglio e il peggio che abbiamo… Per le meraviglieche si possono esprimerecon la parola, se usataconarmoniae profondità; possono però diventareviolenteseutilizzate male, se si cambiail loro significato» (José Saramago).
Alcune, nelle mani di persone abili a manipolare la comunicazione, vengono divulgate quasi come “parole d’ordine” alle quali tanti si sentono costretti ad ubbidire per non mettersi fuori dal contesto in cui vivono, perché così fanno tutti, senza preoccuparsi di capire il fine per cui vengono usate… parole che “fanno solo rumore” e non chiariscono concetti e fatti, non informano, non aiutano a “dar forma alla mente”.
In una reale democrazia le istituzioni politiche, per essere autorevoli e riconosciute, devono essere capaci, da una parte, di dare regole precise, dall’altra, di coinvolgere tutti i cittadini considerati non oggetti da utilizzare ai più diversi fini ma soggetti e protagonisti del vivere insieme.
Governi e istituzioni, invece, non parlano realmente alla gente, non spiegano la situazione e le proposte per superare i problemi… anzi creano spesso un clima di allarme per avere le mani libere e non dar spazio a critiche e contestazioni: “non ci sono alternative”, “se non si prendono queste misure il paese cadrà nel caos e il futuro sarà incerto e difficile per tutti”… L’insicurezza per il presente e il timore per il domani rendono la gente incerta e preoccupata, di conseguenza più controllabile.
Del resto, nessuno può negare che in tutto il percorso storico la menzogna e la manipolazione dell’informazione abbiano fatto parte degli strumenti del potere.
“Le parole sono pietre” (Carlo Levi) e, secondo l’uso che se ne fa, si possono costruire muri o ponti, senza dimenticare poi che, soprattutto in questi tempi, «informazioni false producono eventi veri», basta pensare alla guerra in Iraq del 2003, alla distorsione dei dati sull’immigrazione, alla strumentalizzazione del terrorismo….
Continua a leggere il testo in pdf