«Il mondo è grande e terribile e complicato» scriveva Gramsci nel 1917 su L’Avanti… e più tardi: «il vecchio mondo sta morendo e il nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri».
È difficile descrivere con maggior incisività e chiarezza questo nostro tempo… si minimizza la forza del “vecchio”… si ignora la forza del “nuovo”… se non si riuscirà a dargli spazio al più presto, il mondo che faremo sarà troppo simile al vecchio, bloccato in un chiaroscuro che confonde e disorienta, dove agiscono le forze scatenate dal “sonno della ragione”.
Oggi il “chiaroscuro” prende spesso il nome di caos, emerso come per caso in un momento storico segnato da confusione e sbandamento: nulla, invece, è più voluto studiato programmato.
Nell’attesa che si prolunga, i “mostri” temuti da Gramsci sembrano espandersi; sempre al di sopra della legge, per nascondere la loro natura creano disordine e confusione da cui sembra impossibile sfuggire… mostri vecchi e nuovi che intrecciano i loro tentacoli nel presente.
Il problema più grave non è tanto indicare ì mostri che è facile individuare, ma smascherare la pericolosa “banalità del male” denunciata da Hannah Arendt, che, in vesti e funzioni diverse, si nasconde dietro la normalità, con le ombre racchiuse nelle pieghe della quotidianità… quei mostri con un’apparenza inoffensiva finché non gettano la maschera e si scatenano contro ogni parvenza di convivenza civile, cultura, rispetto e spalancano le porte a violenza, odio, calunnie, vendetta, falsità; inondano le reti sociali, s’infiltrano in piazze e rivendicazioni stravolgendone significati e obiettivi… “l’inevitabile” repressione viene presentata e percepita come necessaria, si accettano così decreti e regole che in tempi di “ordine” sarebbe impossibile imporre.
Questa situazione di decadenza, di degrado sociale, politico, culturale, etico appare “normale” per una parte dell’opinione pubblica.
Profitto – produttività – efficienza… gli dei (o i demoni) di oggi portati avanti da una (pretesa) ordinata logica mezzi–fini negano ogni traccia di razionalità in tutto ciò che fa sì che un uomo sia uomo nel significato più profondo: libertà bellezza amore paura speranza sogno fatica immaginazione dubbio sofferenza pensiero… per impedire ogni “disturbo” al cosiddetto progresso che si costruisce alle spalle – o contro – la maggior parte dell’umanità, destinata a divenire semplice pedina nel gioco del mercato e della tecnologia, sconvolgendo coordinate storiche e geografiche.
È l’ordine che serve ad appiattire, a togliere punti di riferimento, a creare il silenzio di idee, desideri, dubbi, a chiudere nell’oscurità della paura, in un assedio alla verità, alla giustizia, alla vita sino a capitolare in una disastrosa resa e chiudersi nel proprio mondo individuale.
Dal caos, si dice, nascono crisi a catena, così situazioni ignorate da sempre sembrano esplodere improvvisamente, con grande violenza e disordine.
Non è il caos a creare la crisi, sono le molteplici crisi – climatica, sanitaria, politica, sociale, economica, etica… – a provocare il caos che incontriamo ovunque.
Se vuoi proseguire con la lettura, scarica il pdf cliccando qui sotto.