La sfida dei diritti

Mai forse si è parlato tanto di diritti… ma di quali diritti si tratta?

È necessario fare chiarezza, porre fine alla retorica e alla banalizzazione che finisce per significare qualsiasi cosa e il suo contrario, ogni valore, di conseguenza, perde consistenza perché «quando un concetto significa tutto, non significa più niente. La perdita di qualsiasi ancoraggio semantico significa la morte di un concetto» (Vladimiro Giacché).

Basta aprire un giornale, connettersi a un social, accendere radio o TV… è “diritto” tutto e il contrario di tutto… si deve intervenire, quasi sempre “contro”, spesso con toni offensivi e violenti… l’opposto di diritto nel suo reale significato.

Ci si appella alla giustizia, alla libertà, all’autonomia, all’uguaglianza… parole grosse, importanti, ma rischiano di rimanere astratte: ciò che vale è la loro applicazione, i termini, le modalità, le leggi per realizzarle nei diversi contesti.

I problemi nascono quando dalle dichiarazioni si passa alle norme per concretizzarle, per uscire dalla “carta” e farsi storia reale; questi valori devono essere incarnati altrimenti rimangono un principio più di discussione filosofica (nulla di male, anzi spesso interessante e stimolante) che di realtà quotidiana.

Diritti, giustizia, libertà, autonomia, uguaglianza possono essere considerati valori assoluti, ma non potranno mai avere un contenuto assoluto per ogni tempo e luogo, nella loro attuazione hanno significati differenti in storie e geografie diverse.

Diritti, libertà, giustizia non sono concetti ideali, principi inalienabili, si raggiungono in un complesso percorso storico, sociale, culturale, etico. Libertà, giustizia, autonomia, uguaglianza… per principio sono valori condivisi… ma, cosa significa essere liberi, giusti, autonomi, uguali? come assicurare nel proprio tempo, personale e comune, nella “terra” che calpestiamo, il diritto alla libertà, alla giustizia, all’autonomia, all’uguaglianza?

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