Regina Ezera, L’uomo ha bisogno del cane, Finis Terrae 2023 (pp. 134, euro 14)
La domanda – cui il titolo risponde affermativamente – la incontriamo già nelle prime pagine: “A cosa ti serve un cane?”, domanda il vecchio che cerca un compratore dei suoi quattro cuccioli. “Ho bisogno di qualcuno che mi venga appresso”, risponde il possibile acquirente, un ragazzo. Ma anche per il proprietario, questi cagnolini non sono solo cose di cui disfarsi. Li vende, sì, ma preoccupandosi del loro destino, resistendo alla richiesta del tizio che col suo fare dimostra di non essere “adatto all’alto compito di essere il padrone e l’amico di un cane”. Ma fa freddo, molto freddo, e di quei pochi soldi il vecchio ha bisogno per poter tornare a casa, riscaldarsi, bere un grog…
E dunque li vende i suoi cuccioli, e saranno appunto le storie di chi li compra che la scrittrice ci racconterà di seguito. Ma intanto, tornando al protagonista del primo racconto, rimasto con uno solo dei quattro esserini, come lui tremante nel vento gelido, se lo infila sotto il cappotto, “perché era un momento difficile per tutti e due, e nessuno ne aveva colpa”. Sarà un bambino, da subito innamorato del cucciolo a ottenerlo dal vecchio in cambio di poco e niente, ma da subito rivelandosi come un padroncino affettuoso, che avrà cura dell’animale. Può dunque tornare a casa, il venditore di cagnolini, rifocillarsi e raccontare, alla vecchia cagna che l’ha aspettato tutto il giorno, che i suoi quattro figliolini sono finiti in buone mani, e dunque non deve soffrire per la loro perdita… I vicini, che sentono il vecchio parlar da solo, lo credono ubriaco, o pazzo, “ma lui non era né l’uno né l’altro”, era solo felice di non aver lasciato i piccoli “al primo che passava perché bisogna essere responsabili verso il proprio cane, e tutto questo doveva raccontarlo a qualcuno”. Alla madre dei quattro cuccioli, appunto, che mastica un pezzetto di salsiccia e ascolta, non diversamente dalla cavalla di Angoscia, il racconto di Čechov, intenta a masticare la sua paglia mentre il padrone, il vetturino Iona, “si lascia andare e le racconta tutto”.
“Il cane è il beneficio più notevole e grande che all’uomo sia stato riservato”, si torna a ribadire nel secondo racconto: “il cane fa bene all’uomo”, che dunque non può non ammettere di averne bisogno. Il tema trova nelle pagine che seguono variazioni che poco a poco ce ne fanno convinti, Si tratta di un bisogno che si cercherebbe inutilmente di spiegare. Che si tratta piuttosto di raccontare e così comprendere nel suo significato profondo: “L’uomo ha bisogno del cane – conclude la curatrice, e traduttrice, Margherita Carbonaro – per mitigare temporaneamente il proprio dolore, e per vederlo rispecchiato in una creatura che non è il sé e neppure un proprio simile”.
Questo testo compare anche nel sito della nuova libreria Rinascita di Brescia, alle cui attività culturali Carlo Simoni collabora.