“E io passavo i giorni (…) bambino solitario, e ogni cosa per me era uno strano simbolo (…) Poi c’erano i grandi, che avevano il compito di trattare con le cose, con le vere cose. Io non dovevo far altro che scoprire nuovi simboli, nuovi significati. Così sono rimasto tutta la vita. mi muovo ancora in un castello di significati, non di cose, dipendo sempre dagli altri, dai ‘grandi’, da quelli che manovrano le cose”.