Ancora due giorni,
tregua a scadenza
sul cielo di Gaza,
tempo limitato
l’orrore incombe.
Spietato l’odio
piega la speranza
sul filo spinato,
l’orizzonte è oscurato,
Incessanti bombardamenti
risuonano dentro di me,
trema il cuore
sopra gli imposti confini,
intercetto la paura
delle vite rimaste
senza via di fuga.
L’impotenza assorbe
il loro grido d’aiuto.
Vi vedo volti
di donne, uomini,
bambini e bambine,
– occhi bruni
e capelli color carbone –
sorrisi scambiati,
le olive raccolte
in altri ottobri.
Nei campi d’acqua depredati
siccità imposta,
restano l’offesa
i soprusi
la promessa di inedite privazioni.
Nella mente
il raglio degli asini,
il battito d’ali blu lucido verde
delle nettarine incolpevoli,
il frusciare degli alberi
Ora sento spavento,
morte e macerie
esito dell’umana distruzione.
Verrà mai il tempo
dove la luna,
nel suo giro vincolato
rifletterà, della Terra,
abbracci e strette di mano,
vite liberate e salvate,
dal giogo dei potenti
sorrisi e gioia dispiegati
ai quattro venti,
e cuori aperti.
Verrà un tempo
senza armi e terrore?
28 novembre 2023
verrà mai il tempo senza armi e senza terrore? eppure ci sembrava possibile!