Federico Maria Sardelli, Lucietta. Organista di Vivaldi, Sellerio 2023 (pp. 328, euro 15)
Caduto nell’oblio per oltre un secolo, prima che, a fine ’800, lo si riscoprisse quale ispiratore di parecchi concerti del coetaneo Bach, Antonio Vivaldi ha continuato a rappresentare una figura per molti aspetti misteriosa: il destino travagliato dei suoi manoscritti, persino l’incertezza su quale fosse la sua reale fisionomia fra quelle restituiteci dai ritratti hanno concorso a circondarlo di un’aura che non ha cessato di suscitare una curiosità, storica e umana, che ha trovato risposte in un saggista e direttore d’orchestra come l’autore, che appunto agli aspetti cui si accennava ha dedicato L’affare Vivaldi e Il volto di Vivaldi (Sellerio 2015 e 2021).
Ricorrere al punto di vista di un personaggio secondario per raccontare di quello protagonista è un espediente collaudato, senonché l’orfana cresciuta e educata alla musica all’Ospedale della Pietà assume il ruolo di coprotagonista in questo romanzo condotto sul duplice binario della storia sua e di quella del grande compositore. Il campo narrativo è lo stesso praticato da Tiziano Scarpa in quello che è probabilmente il suo libro migliore, Stabat mater (Einaudi 2008), ma qui la scelta di Sardelli si gioca in modo del tutto diverso. Se in Scarpa è l’immaginazione a giocare soprattutto, in un contrappunto con il dato storico che non impedisce all’autore di identificarsi, appassionatamente, ossessivamente anzi, con la protagonista, con Sardelli ci troviamo di fronte all’esperimento di tener separata la fiction dalla non fiction, tanto da dedicare alternatamente i vari capitoli non solo al musicista e alla sua allieva, ma anche, dichiaratamente, ai “fatti immaginati” e ai “fatti documentati”. Il rigore della disciplina e la durezza della vita delle ragazze della Pietà lascia così puntualmente il passo al vissuto di Lucietta, umile e geniale, amante della musica e innamorata del suo maestro, così come i travagli economici e sociali di quest’ultimo si alternano al racconto dei suoi sentimenti, tra cui una simpatia che contraccambia il trasporto della sua organista preferita.
Sullo sfondo, la vita della Venezia settecentesca e gli agi dei patrizi nelle loro ville sul Brenta, tanto minuziosa da fornirci le ricette prelibate dei piatti serviti nei loro pranzi sontuosi.
L’invidia che tormenta Lucietta, il suo rimpianto per la madre che l’aveva dovuta abbandonare, la cecità in cui finirà i suoi giorni tracciano il profilo di un personaggio tanto vivo da far dimenticare spesso lo scrupolo storiografico dell’autore.
Questo testo compare anche nel sito della nuova libreria Rinascita di Brescia, alle cui attività culturali Carlo Simoni collabora.