Il futuro

Noi crediamo che le utopie sono possibili.
E sappiamo che le strade si tracciano nel camminare,
che le pietre non ci possono fermare.
Scegliamo la giustizia, la solidarietà, la speranza e la libertà,
anche se sono valori che tanti disprezzano.
Non ci importa se ci accusano di essere stupidi, illusi e pazzi,
perché sono virtù necessarie per volere un mondo migliore.
Non siamo soli, siamo più di quanto crediamo.
E saremo più forti se ci mettiamo insieme.
Ernesto Sábato

Il futuro – parafrasando le parole di Italo Calvino sull’utopia1 – è “come città che non potrà essere fondata da noi, ma fondare se stessa dentro di noi, costruirsi pezzo per pezzo nella nostra capacità di immaginarla”.
Il futuro in cui crediamo, in cui ci riconosciamo, ci attende, ci stimola, ci interpella: vivrà il domani che oggi pensiamo, che abbiamo preparato nel tempo della nostra esistenza, a livello personale e insieme a uomini e donne con cui condividiamo il progetto e il cammino.
Il futuro nasce tra “l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione”, non si può attendere facendoci vivere dagli avvenimenti, dai fatti, dai diktat del conformismo né di chi si arroga il potere di decidere a nome nostro.

[1] Italo Calvino, L’utopia pulviscolare, 1973

È già dentro di noi perché ha le radici nel nostro disagio, spirito critico, inquietudine, delusione, progetto, dubbio, speranza; esiste in noi nell’immagine che ce ne siamo fatti, che abbiamo scelto, per dare una risposta – per quanto provvisoria – alla domanda, personale e comune, del tipo di storia che vogliamo preparare e percorrere: oggi e domani.

È già presente “ora”, per come gli diamo forma insieme a tanti altri; da come e perché ne disegniamo un percorso, ne decidiamo le tappe, le finalità, gli obiettivi a breve e lungo termine.

Ogni giorno è “memoria per il futuro”, così come ogni azione è un messaggio in cui affermiamo il disegno di un tempo migliore.

È necessario coltivare il senso della complessità della realtà, della storia, delle persone, confermato in un percorso di confronto e dialogo, nella valorizzazione delle differenze che arricchiscono e nella scoperta delle somiglianze che rassicurano: cercare, riscoprire, comprendere ciò che abbiamo in comune, sentire gli altri non “contro” ma “con” noi, per non mettere a rischio sia il rispetto per la dignità di ogni persona, la difesa e la rivendicazione dei diritti, sia il progetto di futuro come vita piena per tutti.

Per non fare del presente un tempo sterile non dobbiamo lasciarsi travolgere dalla mediocrità e salvaguardare i valori che un mondo invecchiato sembra aver perso, tra delusioni e difficili speranze.

La “sostenibilità” della vita, del senso del vivere, di esistere… da questo derivano scelte e comportamenti che permettano di rispondere alle necessità basilari senza mettere a rischio nel tempo l’utilizzo delle risorse comuni, naturali, etiche, culturali… sostenibili, appunto, solo in percorsi collettivi, sociali, globali.

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