“Il quotidiano tende sempre più a un efficientamento indistinto di giorno/notte e stagioni, in cui l’attesa naturale (di un’informazione, di una lettera, di una conversazione) è scomparsa, e in cui ogni minuto è così saturo di apparenti urgenze e stimoli da non permetterci di alzare uno sguardo libero sul futuro ma anche sul passato”.