Senza dare notizie esaurienti sull’autore, né stabilire nessi fra il libro di cui si parla e gli altri suoi, o quelli di altri scrittori in qualche modo affini, le Note di lettura segnalano quelli, fra i libri che è capitato di leggere, che hanno lasciato traccia e accade di citare quando, fra amici, ci si chiede che cosa si sia letto di recente. Appunti presi nel corso della lettura stessa, riordinati poi ma senza l’intento di farne recensioni compiute, quindi. Osservazioni che attengono agli interessi e al gusto soggettivo, ma utili per fissare riferimenti significativi pur nell’arbitrarietà della scelta degli autori e delle opere, avendo presente, infatti, che molti dei libri che portiamo con noi uscendo dalla libreria e non avevamo previsto di voler leggere rispondono in realtà a esigenze di conoscenza o di riflessione via via organizzatesi secondo percorsi che stenteremmo a definire ma, senza escludere la pura curiosità, governano le nostre scelte di lettura.
Scelte che non possono ignorare comunque un criterio di fondo, che non sempre si è disposti ad ammettere, ma che Montaigne serenamente confessa quando dichiara che “Nei libri cerco solo di procurarmi un po’ di piacere con un onesto passatempo; o se studio, vi cerco solo la scienza che tratti della conoscenza di me stesso e che mi insegni a morir bene e a viver bene. (…) Quanto alle difficoltà, se ne incontro leggendo, non sto lì a logorarmici; le lascio andare, dopo aver fatto contro di loro uno o due assalti. Se mi ci intestassi, mi ci perderei, e ci perderei tempo: poiché ho uno spirito che giudica a prima vista. Quello che non vedo alla prima, lo vedo ancora di meno se mi ci ostino”.
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