Confermando la loro natura di appunti presi nel corso della lettura, riordinati poi senza l’intento di farne recensioni compiute, le Note di lettura rivedono con il nuovo anno i criteri finora adottati nella segnalazione di romanzi e saggi: non tanto il commento a novità che ogni settimana si possono trovare in libreria, quanto – con una cadenza meno regolare, non necessariamente settimanale – annotazioni sintetiche e, soprattutto, citazioni ricavate dalla lettura di opere che, anche se in alcuni casi non pubblicate di recente, risultano particolarmente significative e ricche di spunti in relazione agli stessi nuclei tematici attorno ai quali si raccolgono i Diari di lettura: lo scrivere e il leggere; il vivere al morire e la relazione con gli altri, l’oggi che viviamo e il domani che si prepara, i viventi e la crisi ambientale.
Marlen Hauhofer, Noi e la morte di Stella, L’orma 2024 (pp. 96, euro 15)
È un lungo monologo, questo romanzo: quello che leggiamo è ciò che la protagonista ha sentito il bisogno di mettere sulla carta, scrivendo ininterrottamente per due giorni. La sua è l’espressione di un rovello sdegnato quanto autodenigratorio, in cui il senso di colpa per la propria oggettiva complicità percorre un resoconto spietato: qui non è la ragnatela delle meschinità dei personaggi di Simenon – cui pure l’ambientazione e diverse circostanze fanno pensare – a venire a galla, ma il tessuto cupo della tragedia vissuta da Anna, la moglie e madre di una famiglia percorsa dalle tensioni innescate dalla doppiezza di lui, Richard, il marito e padre, fedele alla famiglia – due figli, un maschio e una femmina – ma non alla consorte, appagato dal suo successo professionale e seduttore seriale.
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