“Due fattorie isolate, ammesso che ne esistano ancora, consentono pur sempre una forma di vicinato, mentre in città, porta a porta, è possibile rimanere perfettamente estranei. La vicinanza del vicinato non dipende da spazio e tempo (…). Se desideriamo la vicinanza dovremmo averla già dentro di noi.”
Autore: Carlo Simoni
Scrivere, leggere / Umberto Galimberti
“Tutti nella nostra vita abbiamo bisogno di un testimone. Sia chi è vissuto nel più completo anonimato, sia chi non è stato privato di riconoscimenti, fedeltà, rispetto, sudditanza, e dedizione. (…) Se nessuno ti guarda, infatti, se nessuno ti riconosce nei recessi più segreti della tua vita, allora perché sei vissuto? E soprattutto dove reperire il senso della tua esistenza? Nasce da qui il bisogno di scrivere, non necessariamente perché qualcuno ti legga, ma per chiarire a te stesso la trama della tua esistenza, il cui ordito può essere colto solo se hai l’impressione di parlare con un altro che, silenzioso e muto, funge da testimone”.
Oggi, domani / Elena Basile
“Diviene un obbligo morale stigmatizzare i crimini israeliani in Palestina e la complicità occidentale. (…) vedere un bambino che con una gamba amputata trascina la sua esistenza in una tenda aiutandosi con un roller skate, giocattolo degli spensierati ragazzi occidentali, dovrebbe far rabbrividire di sdegno”.
Se sei in fila alla Caritas non pensi alla rivoluzione
Confermando la loro natura di appunti presi nel corso della lettura, riordinati poi senza l’intento di farne recensioni compiute, le Note di lettura rivedono con il nuovo anno i criteri finora adottati nella segnalazione di romanzi e saggi: non tanto il commento a novità che ogni settimana si possono trovare in libreria, quanto – con una cadenza meno regolare, non necessariamente settimanale – annotazioni sintetiche e, soprattutto, citazioni ricavate dalla lettura di opere che, anche se in alcuni casi non pubblicate di recente, risultano particolarmente significative e ricche di spunti in relazione agli stessi nuclei tematici attorno ai quali si raccolgono i Diari di lettura: lo scrivere e il leggere; il vivere al morire e la relazione con gli altri, l’oggi che viviamo e il domani che si prepara, i viventi e la crisi ambientale.
Riccardo Staglianò, Hanno vinto i ricchi. Cronache da una lotta di classe, Einaudi 2024 (pp. 162, euro 13)
Un dato per tutti: in 30 anni, dal 1990 al 2020, l’andamento dei salari medi italiani è andato regredendo fino a collocarsi, nelle statistiche europee, all’ultimo posto. Di qui le domande di apertura. “Come è stato possibile che la classe politica, tutta indistintamente ma soprattutto la sinistra che degli interessi della classe lavoratrice è stata storicamente portatrice, non ha fatto nulla “ per capire quali e quante cose dovevano essere andate storte per arrivare a quello sconcertante risultato?” e “com’è possibile che la classe lavoratrice, sia operaia che del ceto medio impoverito non (abbia) chiesto rumorosamente conto?”.
Continua a leggere Se sei in fila alla Caritas non pensi alla rivoluzioneLa parete invisibile
Confermando la loro natura di appunti presi nel corso della lettura, riordinati poi senza l’intento di farne recensioni compiute, le Note di lettura rivedono con il nuovo anno i criteri finora adottati nella segnalazione di romanzi e saggi: non tanto il commento a novità che ogni settimana si possono trovare in libreria, quanto – con una cadenza meno regolare, non necessariamente settimanale – annotazioni sintetiche e, soprattutto, citazioni ricavate dalla lettura di opere che, anche se in alcuni casi non pubblicate di recente, risultano particolarmente significative e ricche di spunti in relazione agli stessi nuclei tematici attorno ai quali si raccolgono i Diari di lettura: lo scrivere e il leggere; il vivere al morire e la relazione con gli altri, l’oggi che viviamo e il domani che si prepara, i viventi e la crisi ambientale.
Marlen Hauhofer, Noi e la morte di Stella, L’orma 2024 (pp. 96, euro 15)
È un lungo monologo, questo romanzo: quello che leggiamo è ciò che la protagonista ha sentito il bisogno di mettere sulla carta, scrivendo ininterrottamente per due giorni. La sua è l’espressione di un rovello sdegnato quanto autodenigratorio, in cui il senso di colpa per la propria oggettiva complicità percorre un resoconto spietato: qui non è la ragnatela delle meschinità dei personaggi di Simenon – cui pure l’ambientazione e diverse circostanze fanno pensare – a venire a galla, ma il tessuto cupo della tragedia vissuta da Anna, la moglie e madre di una famiglia percorsa dalle tensioni innescate dalla doppiezza di lui, Richard, il marito e padre, fedele alla famiglia – due figli, un maschio e una femmina – ma non alla consorte, appagato dal suo successo professionale e seduttore seriale.
Continua a leggere La parete invisibileLuoghi piante animali uomini / Luca Iosi
“Non mangio ciò che può guardarmi. Non mangiare cose che hanno occhi per vederci e riconoscerci”.
Crisi ambientale, crisi di civiltà
Confermando la loro natura di appunti presi nel corso della lettura, riordinati poi senza l’intento di farne recensioni compiute, le Note di lettura rivedono con il nuovo anno i criteri finora adottati nella segnalazione di romanzi e saggi: non tanto il commento a novità che ogni settimana si possono trovare in libreria, quanto – con una cadenza meno regolare, non necessariamente settimanale – annotazioni sintetiche e, soprattutto, citazioni ricavate dalla lettura di opere che, anche se in alcuni casi non pubblicate di recente, risultano particolarmente significative e ricche di spunti in relazione agli stessi nuclei tematici attorno ai quali si raccolgono i Diari di lettura: lo scrivere e il leggere; il vivere al morire e la relazione con gli altri, l’oggi che viviamo e il domani che si prepara, i viventi e la crisi ambientale.
Bruno Latour, Come abitare la Terra. Conversazioni con Nicolas Truong, Einaudi 2024 (pp. 85, euro 13)
Autore di riferimento per chi si è persuaso che la crisi ambientale non è comparabile – nella sua pervasività e nella sua irreversibilità – a quelle che gli uomini hanno dovuto e devono affrontare, e dunque non a caso presente in queste note (Tracciare la rotta. Come orientarsi in politica, il 9 settembre 2018, e Dove sono? Lezioni di filosofia per un pianeta che cambia, il 25 settembre 2022), Bruno Latour, scomparso un paio d’anni fa, resta fedele in questo piccolo libro al tono colloquiale che lo contraddistingue e al suo linguaggio – apparentemente – semplice.
Continua a leggere Crisi ambientale, crisi di civiltàIl tempo, la vita, gli altri / Paolo Cognetti
“È successo che i miei occhi hanno mutato sguardo. Già un anno fa mi sono scoperto depresso. La malattia è riuscire a vedere solo il lato apparente della realtà. Per me un bosco è tornato solo un bosco. Un torrente solo un torrente, perfino un albero non mi ha detto più niente. Nel cuore è sceso il silenzio. La malattia è vedere solo il lato apparente della realtà”.
Scrivere, leggere / Nicholson Baker
“La domanda a cui cerca davvero di rispondere ogni romanzo è: vale la pena di vivere?”.
Luoghi piante animali uomini / Edoardo Albinati
“Lo sconcerto provocato dalla prossimità degli animali, dalla vicinanza a noi della loro irriscattata sofferenza e della loro immemore felicità (…)”.
La storia in un mondo dominato dal presentismo
Francesco Benigno, La storia al tempo dell’oggi, il Mulino 2024 (pp. 174, euro 14)
“La storia oggi non sembra più capace di farci leggere il mondo, di spiegarlo”, il “legame tra la contemporaneità, l’ieri e il domani sembra essersi spezzato. Il futuro (…) si è come eclissato (…) gravido di incognite, segnato da una preoccupante incertezza. In breve, passato, presente e futuro si sono come allontanati fra loro”, il che trova riscontro nel fatto che “qualcosa si è rotto nella capacità complessiva di leggere il mondo in divenire (…) la stessa storia si è fatta difficile da capire e interpretare”.
Continua a leggere La storia in un mondo dominato dal presentismoOggi, domani / Elena Dal Pra
“Il quotidiano tende sempre più a un efficientamento indistinto di giorno/notte e stagioni, in cui l’attesa naturale (di un’informazione, di una lettera, di una conversazione) è scomparsa, e in cui ogni minuto è così saturo di apparenti urgenze e stimoli da non permetterci di alzare uno sguardo libero sul futuro ma anche sul passato”.
L’Altro a noi simile
Alberto Rollo, Billy il Cane, Ponte alle Grazie 2024 (pp. 192, euro 16,90)
“Che cosa si prova a essere un pipistrello?”. Una domanda paradossale. A porla non è stato un etologo, ma un filosofo, Thomas Nagel, cui premeva di far presente l’inadeguatezza della nostra mente umana a immaginare l’esperienza di un animale tanto diverso. Si direbbe non la pensasse diversamente un altro pensatore, Ludwig Wittgenstein, certo del fatto che “se un leone potesse parlare, noi non potremmo capirlo”, perché lui vive il suo mondo, un mondo di cui noi uomini non sappiamo nulla, o quasi.
Continua a leggere L’Altro a noi simileIl tempo, la vita, gli altri / Marlen Haushofer
“Non preoccuparti.
Anche se tu fossi oberato di un’anima, essa non desidera altro che un sonno profondo e senza sogni. Sangue carne, ossa e pelle, tutto sarà un mucchietto di cenere e anche il cervello finalmente smetterà di pensare. Per ciò sia ringraziato Dio, che non esiste.
Non preoccuparti, tutto sarà stato vano, come e per tutti prima di te. Una storia del tutto normale”.
Una scuola di umanità, un’occasione di liberazione
Tomaso Montanari, Se amore guarda. Un’educazione sentimentale al patrimonio culturale, Einaudi 2023 (pp. 110, euro 13)
Si dice patrimonio culturale e si pensa allo Stato e alla situazione attuale; storia dell’arte, e vengono in mente quei pochi che coltivano “la passione – o peggio l’hobby – della ‘bellezza’”. Questo libro serve a indirizzarci altrimenti, a farci render conto che il patrimonio culturale serba “un suo latente, ma fortissimo, conflitto col tempo presente, con il mondo com’è oggi”, “la capacità di separarci dal flusso ininterrotto delle cose che passano, per metterci in contatto con ciò che sta in fondo al nostro cuore, ciò che lega davvero alla vita. ciò che le dà senso”.
Continua a leggere Una scuola di umanità, un’occasione di liberazioneLa donna che piantava alberi
Auður Ava Ólafsdóttir, Eden, Einaudi 2024 (pp. 192, euro 18)
Se la si guarda abbastanza da lontano, “si resta sbalorditi da quanto la terra sia piccola, dato che non solo gira attorno al sole a una velocità di centottomila chilometri all’ora, ma anche su se stessa, a milleseicentonovanta mila chilometri all’ora”, e allora “si capisce quanto poco ci voglia per farla uscire dai binari”: pensieri di Alba, passeggera di un aereo che porterà lei, studiosa di “lingue minoritarie in pericolo di estinzione”, dall’isola in cui abita, a nord del Circolo polare artico, a uno dei convegni di linguisti cui ordinariamente partecipa.
Continua a leggere La donna che piantava alberiScrivere, leggere / Marguerite Duras
“La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere”.
Il tempo, la vita, gli altri / Edgar Lee Masters
“Dare un senso alla vita può condurre alla follia, ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del suo vano desiderio”.
Un’inedita alleanza verde e nera
Francesca Santolini, Ecofascisti. Estrema destra e ambiente, Einaudi 2024 (pp. 106, euro 13)
Sembrerebbero parole d’ordine ecologiste, se non vi comparisse anche la difesa della “biodiversità dell’umanità”: abbandonato il negazionismo climatico, nel manifesto di un’organizzazione neonazista scandinava si giustappongono preoccupazioni ambientaliste con l’opposizione al mescolamento delle razze e il rifiuto dei migranti.
Continua a leggere Un’inedita alleanza verde e neraOggi, domani / Gilles Deleuze
“Non ci manca certo la comunicazione, anzi ne abbiamo troppa; ci manca la creazione. Ci manca la resistenza al presente. Siamo pervasi di parole inutili, di una quantità folle di parole e di immagini. La stupidità non è mai muta né cieca. Il problema non è più quello di fare in modo che la gente si esprima, ma di procurare loro degli interstizi di solitudine e di silenzio a partire dai quali avranno finalmente qualcosa da dire. Le forze della repressione non impediscono alla gente di esprimersi, al contrario la costringono ad esprimersi. Dolcezza di non aver nulla da dire, diritto di non aver nulla da dire: è questa la condizione perché si formi qualcosa di raro o di rarefatto che meriti, per poco che sia, d’esser detto”.
Il gusto di raccontare
Rosa Tremain, Lily. Storia di una vendetta, Einaudi 2024 (pp. 268, euro 19,50)
Un inizio forte, il sogno della propria morte, per impiccagione. Prevedibile conclusione della vita di un’assassina quale la diciassettenne protagonista già all’inizio si dichiara. Ma basta girare pagina e il romanzo imbocca la strada del c’era una volta, e prosegue secondo il ritmo della narrazione più tradizionale: è Dickens a venire in mente leggendo della neonata abbandonata in una notte del 1850 ai cancelli di un parco, aggredita dai lupi spintisi in città, che le strappano con un morso il mignolo di un piede, salvata da un poliziotto compassionevole, internata in un orfanotrofio in cui le viene dato un nome, per poi essere data in affido in una fattoria della campagna del Suffolk dove non si poteva pensare “che a una settantina di miglia potesse esserci una città come Londra, dove i bambini più piccoli si ritrovavano a fare gli spazzacamini o a spaccarsi la schiena al telaio, campavano di ossa e dormivano in quattro o cinque nello stesso letto”.
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