“(…) l’io di chi vuole scrivere si separa dal proprio pensiero e, nel separarsi, quel pensiero lo vede. Non è un’immagine fissa e definita. Il pensiero-visione si mostra come qualcosa in movimento (…), e ha il compito di mostrarsi prima di svanire (…). Il qualcosa che è davanti agli occhi dell’io – qualcosa di mobile, dunque vivo – deve essere ‘colto con la mano’ dotata di matita e trasformato, sul pezzo di carta, in parola scritta (…). Lo sforzo è dovuto al fatto che il presente – tutto il presente, anche quello dell’io che scrive, una lettera dopo l’altra – non ce la fa a trattenere con nitore il pensiero-visione, che viene sempre prima, che è sempre il passato, e che perciò tende a offuscarsi”.
Autore: Carlo Simoni
L’ecologia e il sentimento di esistere
Arne Næss, Siamo l’aria che respiriamo. Saggi di ecologia profonda, Piano B 2021 (pp. 204, euro 16)
“La complicata questione di come le società industriali possano aumentare la produzione di energia (…) è uno spreco di tempo se l’aumento dell’energia è inutile in relazione ai fini ultimi”. Che è come dire: discutiamo pure di come far fronte alla minaccia che le forniture di gas crollino, oppure della tassonomia europea delle fonti da ritenere compatibili con la lotta alla crisi climatica, ma la questione vera è che cosa se ne fa dell’energia stessa. L’”ecologia profonda” si riassume in prese di posizione come questa: se è tale davvero, il discorso ecologico non può non mettere in discussione l’assetto generale del sistema in cui, di cui viviamo, e, a monte, il pensiero che più o meno esplicitamente lo sostiene.
Continua a leggere L’ecologia e il sentimento di esistereLuoghi piante animali uomini / Arne Næs
“Noi siamo nella, e della, natura, fin dalla nostra origine. La società e le relazioni umane sono importanti, ma il nostro sé è molto più ricco nelle sue relazioni costitutive”.
Non basta dire Buddenbrook
Gabriele Tergit, Gli Effinger. Una saga berlinese, Einaudi 2022 (pp. 914, euro 24)
La storia della Germania dal 1878 al 1948, da Bismarck a Hitler, attraverso quella di una famiglia ebraica, o meglio, di due – oltre agli Effinger, i Goldschmidt-Opner –, le cui vicende si susseguono incrociandosi per oltre 900 pagine e non è certo il caso di ripercorrere in una breve nota. Quattro generazioni, un profluvio di personaggi opportunamente mappati nei due alberi genealogici che precedono il testo.
Inevitabilmente paragonato al primo grande romanzo di Thomas Mann (tanto da poter essere definito “i Buddenbrook ebraici”) per il suo contenuto e i temi trattati ma anche perché là dove termina il romanzo di Mann, nel 1877, inizia quello di Tergit, uscito cinquant’anni dopo, prodotto di un lavoro di scrittura e riscrittura durato un ventennio, trascorso in esilio per sfuggire alle persecuzioni naziste.
Oggi, domani / Antonio Prete
“La grande questione del disarmo, e la via degli accordi progressivi tra organismi politici sovranazionali sulla dismissione di armamenti letali e di armi nucleari appare un’illusione sfiorata alcuni decenni orsono e ormai tramontata. Le spese militari nella loro roboante e proterva crescita offendono la povertà, sbeffeggiano le diseguaglianze. Irridono a ogni forma di cultura”.
Vite vissute
Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij, Rizzoli 2021 (pp. 240, euro 18)
Certo, sempre di libri si tratta, ma metterli a confronto non ne rivela tanto il contrasto quanto un’eterogeneità così pronunciata da farne oggetti fra loro estranei, imparagonabili perché appartenenti a universi differenti, solo per comodità, e pigrizia, definibili come il vecchio e il nuovo. Eppure, il romanzo di Piersanti è stato tra i finalisti dello Strega 2022 insieme ai romanzi di Veronica Raimo (Niente di vero) e di Mario Desiati (Spatriati), il vincitore.
Continua a leggere Vite vissuteIl tempo, la vita, gli altri / Albert Einstein
“Le persone che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente presente”.
Ascoltare l’abbandono
Mario Ferraguti, La voce delle case abbandonate. Piccolo alfabeto del silenzio, Ediciclo Editore 2016
“Le case si capisce subito che sono abbandonate quando sembrano finalmente stare bene con tutto quello che c’è intorno”, ma c’è voluto del tempo. Prima erano case disabitate, che non è la stessa cosa. Quelle disabitate sono tristi, “sembrano soltanto case vuote in attesa di un ritorno”.
Fatta questa distinzione fondamentale – di tempi, non di tipologie – e individuato l’Appennino come terra nella quale l’incontro con l’abbandono è, purtroppo, assicurato, si tratta di guardare a sé stessi, quello che accade quando si varca la porta, o quel che ne resta, di una casa abbandonata, attirati e intimiditi allo stesso tempo dal suo silenzio, dal “senso di soggezione di chi entra a disturbare”. Perché è vero che non c’è più nessuno, nessuna presenza umana, ma nella casa ci sono le cose, “piene degli sguardi di chi ci ha abitato”, ci è nato, ci è morto… Loro, le cose, sono lì, “ferme ad aspettare niente; perché è solo nostra l’attesa, è solo nostro il dividere il tempo, l’aspettarlo o il rimpiangerlo. Alle case e alle cose basta restare ferme, è solo nostra l’ansia del passare del tempo”.
Scrivere, leggere / Umberto Eco
“Di ciò di cui non può teorizzare si deve narrare”.
Genio e dissipazione
Giorgio Fontana, Il Mago di Riga, Sellerio 2022 (pp. 126, euro 13)
C’è chi gioca a scacchi e chi no. I secondi, di cui faccio parte, si accostano con una certa diffidenza al nuovo romanzo di Fontana (non sarà una lettura per scacchisti?). Ma Fontana è quello di Un solo paradiso (che abbiamo letto alla fine del 2016) e di Prima di noi (in queste note nel maggio del 2020), e dunque… E poi, c’è anche il fatto che non si contano i grandi uomini appassionati di scacchi. Lenin, per esempio: lo si vede, in quella fotografia famosa del 1908, che gioca – tranquillo, forse sta perfino sbadigliando – con il compagno Bogdanov sotto gli occhi dell’amico Gor’kij. Sì, però – sostiene qualcuno – ha poi smesso, a Zurigo: s’è accorto che gli scacchi lo prendevano troppo, rischiavano di distoglierlo dal suo lavoro di rivoluzionario professionale. Mah…
Continua a leggere Genio e dissipazioneLuoghi piante animali uomini / Timothy Morton
“Una coscienza ecologista non è una dotazione opzionale che si possa aggiungere all’occasione alle regole e alle pratiche normalmente in uso nell’economia o in politica o dove si voglia. È piuttosto qualcosa che richiede un ripensamento radicale di tutto”.
Un poliziesco che intriga e diverte, ma non si conclude
Marco Denevi, Rosaura alle dieci, Sellerio 2022 (pp. 314, euro 10)
Camilo Canegato è un uomo comune, vicino alla mezza età, più restauratore di quadri che pittore, uno di quelli che ci si dimentica subito d’aver visto, e timido per giunta, patologicamente timido e introverso. Per un tipo del genere, il rapporto con gli altri ha sempre un che di traumatico, soprattutto se sono invadenti come la padrona della pensione presso la quale ha preso domicilio dopo la morte del padre. Doña Milagros è una di quelle persone che si sono convinte di conoscere il mondo, di sapere come vanno le cose, e perciò contano di capire fino in fondo ed essere legittimate a giudicare gli altri, ma non sono per questo appagate e autonome: degli altri hanno bisogno, come bestie affamate del cibo. E dunque, essendosi fatta un’idea di loro e dei loro problemi che non può che essere quella giusta, li perseguitano con i loro consigli, le loro critiche, i loro incoraggiamenti.
Continua a leggere Un poliziesco che intriga e diverte, ma non si concludeOggi, domani / Wisłava Szymborska
“VIETNAM / Donna, come ti chiami? – Non lo so. / Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so. / Perché ti sei scavata una tana sotterra? – Non lo so. / Da quando ti nascondi qui? – Non lo so. / Perché mi hai morso la mano? – Non lo so. / Sai che non ti faremo del male? – Non lo so. / Da che parte stai? – Non lo so. / Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so. / Questi sono i tuoi figli? – Sì”.
Una donna pulita
Nita Prose, La cameriera, La nave di Teseo 2022 (pp. 447, euro 21)
“Dicono che è imbarazzante. Distaccata, meticolosa. Una maniaca della pulizia. Una tipa stramba. E peggio”. Sì, in effetti, Molly, cameriera ai piani del Regency Grand Hotel è fatta a modo suo, basta poco per rendersi conto che è diversa, ed è questa sua diversità che pagina dopo pagina impariamo a capire, tanto da farci provare una simpatia crescente per la protagonista, una sorta di versione femminile dell’indimenticabile Forrest Gump di Zemeckis. Ma quello che caratterizza Molly non è un ritardo mentale: l’autrice non lo rivela, ma al lettore basta mettere in fila gli atteggiamenti del personaggio per individuarvi i segni della cosiddetta sindrome di Asperger.
Continua a leggere Una donna pulitaIl tempo, la vita, gli altri / Ugo Cornia
“SENTIMENTO DEL TEMPO. È da circa dieci anni che ho questa fastidiosa sensazione che è fatta da due sensazioni diverse, ma che coincidono tra di loro in modo abbastanza esatto: 1) che è passato moltissimo tempo da qualcosa, esempio: la cosa x, ve’, sono già passati trent’anni; la cosa y, ve’, sembra ieri e invece era quindici anni fa; 2) che tutto va velocissimo, tipo, è giugno ma è già quasi settembre; è settembre, ma è già quasi Natale e così via. Tutto non dura più un cazzo. Inoltre saranno già quindici anni che non mi annoio mai, mentre fino ai quaranta avevo una vita che si era formata in un modo che ancora riuscivo ad aver momenti e perfino giornate di noia. La cosa mi dà fastidio, mi sembra di essere entrato in un tunnel lungo qualche chilometro ai trecentocinquanta all’ora e alla fine del tunnel c’è un muro di cemento armato spesso dei metri sul quale è necessario schiantarsi. Spero cambi, ma non credo. Ma magari muoio domani. Chi lo sa”.
Custodi del tempo
Valeria Parrella, La Fortuna, Feltrinelli 2022 (pp. 142, euro 16)
Ci sono romanzi storici che usurpano questa definizione: fatti di vicende, personaggi, idee di oggi, semplicemente trasposti nel passato, ridotto così a semplice scenario di un palcoscenico sul quale recitano attori che potrebbero vivere solo nel nostro tempo. Altri romanzi a buon diritto riconducibili al genere, invece, sanno evocare in modo suggestivo e insieme rigoroso ciò che non è più, senza tuttavia rinunciare a richiamare – più o meno esplicitamente ma rispondendo a un’intenzionalità evidente – il presente, spesso con finalità critiche, o satiriche, di presa distanza comunque dal nostro mondo, dalla nostra società.
Continua a leggere Custodi del tempoScrivere, leggere / Luca Doninelli
“Ciò che fa un romanzo non è necessariamente un’unica storia. Un romanzo è un insieme di storie tenute insieme da un’idea, da un pensiero che, cammin facendo, dall’incipit in avanti, acquista forza, fino allo svelamento finale”.
Donne alla ricerca della libertà
Paola Baratto, Una luce differente, Manni 2022 (pp. 96, euro 13)
«Alle donne impegnate nella ricerca della libertà» sono dedicati i tre racconti che il nuovo libro di Paola Baratto raccoglie. A donne come Vittoria, Lidia, Gemma, diverse fra loro ma accomunate da alcuni tratti essenziali, da una «luce differente» che trascorre da una storia all’altra sul filo di una continuità profonda, sostanziata dai caratteri dei personaggi e dai temi di cui si nutre una poetica riconoscibile da un libro all’altro dell’autrice.
L’esperienza che vivono, tutt’e tre, si realizza in un posto che non è quello in cui vivono abitualmente, e questo scarto gioca un ruolo non secondario nello sguardo che rivolgono ai luoghi e alle persone: la sensazione che prova Vittoria al ritorno nella città natale rimanda a quella di Lidia in visita a un paese di mare e di Gemma trasferitasi quale custode in una casa museo.
Continua a leggere Donne alla ricerca della libertàOggi, domani / Roberto Esposito
“Per anni la metafora della liquidità – proposta da Zygmunt Bauman (…) – ha marcato il nostro tempo. (…) Oggi, tuttavia, anche questa geniale metafora comincia a mostrare i segni del tempo (…) perché incapace di dar conto di un ulteriore passaggio, che sembra spingerci del tutto fuori dalla modernità (…) anche da quella fluida e in trasformazione perenne. Il processo che dal solido portava al liquido, sostituendo la velocità del tempo alla lentezza dello spazio, pare essersi invertito. Non appena la globalizzazione ha registrato i primi insuccessi [già precedentemente alla pandemia], generando più problemi di quanti sembrava risolvere, la spazialità torna a rivendicare i propri diritti. Gli Stati sovrani dichiarati anzi tempo rialzano la testa, mentre la geopolitica ridisegna vecchie e nuove zone di influenza.
Continua a leggere Oggi, domani / Roberto EspositoIndizi e bazzecole
Susan Glaspell, Una giuria di sole donne, Sellerio 2022 (pp. 96, euro 12)
Il testimone, lo sceriffo, il pubblico ministero non hanno dubbi: se un uomo è stato trovato morto nel suo letto strangolato con una corda, l’assassino non può che essere la moglie, che al testimone era apparsa indifferente al fatto; preoccupata, se mai, per i suoi vasi di conserva. Non si tratta dunque che di individuare il movente, di scovarne gli indizi.
La moglie dello sceriffo, che ha dovuto seguire il marito sulla scena del crimine per scegliere alcuni effetti personali da far avere all’omicida, ormai in carcere, e ha chiesto in quel difficile frangente la compagnia della consorte del testimone, sembrano non avere opinioni sulla faccenda, si aggirano per la casa facendo le loro osservazioni su particolari minimi: “le donne sono abituate a preoccuparsi per delle bazzecole”, è il giudizio benevolmente supponente degli uomini.
Continua a leggere Indizi e bazzecoleOggi, domani / Antonio Prete
“Un punto d’osservazione difficile, quello di chi si pone nella posizione che ha la pace come orizzonte necessario, e per questo, come del resto recita la nostra stessa Costituzione, ‘ripudia la guerra’. Quell’articolo della Costituzione bisognerebbe scriverlo a grandi lettere sulle pareti di ogni fabbrica che produce e vende armi”.