John Gardner, Il mestiere dello scrittore, Marietti 1820, 2021
“Leggere libri e riviste, prestando attenzione alla lingua”, ma al tempo stesso non leggere “alla maniera dello specialista della lingua, ma alla maniera di un romanziere”, che si chiede “che cosa avrebbe fatto lui nella stessa situazione e se il suo metodo sarebbe migliore o peggiore”, e dunque leggere “sia con dedizione, sperando di imparare da un maestro, che in modo critico, attento a ogni possibile errore”. Sottinteso appena accennato: scegliere che cosa leggere, evitando il peggio, ossia “la narrativa ‘di buon livello’ scadente”. Il libro “scritto bene” ma superfluo, quantomeno. Leggere sì, e molto, dunque, ma selezionando le proprie letture: il consiglio dovrebbe estendersi ai libri che parlano di scrittura, tanto numerosi ormai da occupare nelle librerie lo spazio un tempo riservato ai testi di critica letteraria – ha osservato Vanni Santoni in una recensione recente di questo libro. Ma come orientarsi? Anche in questo campo troviamo infatti proposte discutibili: perorazioni ed elogi dello scrivere come viene viene poi si vedrà; testimonianze entusiaste del valore terapeutico o liberatorio della scrittura, una risorsa che era già lì, da sempre a portata di mano; manuali fai da te che sommano consigli, prescrizioni, avvertenze senza curarsi della loro astrattezza o addirittura della loro contraddittorietà; saggi di spessore ma talmente legati alla cultura letteraria in cui sono nati da non parlare al di fuori di quella.
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