“Esteriormente sono il signore di una certa età che il tempo mi ha reso ma, racchiusa all’interno di scatole cinesi, c’è la totalità di quello che sono stato giorno per giorno”.
Autore: Carlo Simoni
Lo sguardo degli altri
Tzvetan Todorov, La vita comune. L’uomo è un essere sociale, Raffaello Cortina Editore 2023 (pp. 214, euro 14)
Sociale o politico che dir si voglia, che l’animale uomo non sia vocato alla solitudine e all’isolamento l’aveva già detto Aristotele: perché un intero un libro per ribadire il concetto? Perché quella constatazione – sin dall’inizio osteggiata da alcuni sofisti, per altro, per i quali la polis non realizzava ma limitava le potenzialità umane – è stata nei fatti a lungo contraddetta dal fior fiore dei pensatori europei, convinti assertori del fatto che “il rapporto con gli altri uomini è un fardello di cui bisogna tentare di alleggerirsi” e che “l’approvazione che richiediamo al prossimo non è altro che una colpevole vanità che l’uomo saggio non potrebbe mai tollerare; il saggio aspira all’autarchia, all’autosufficienza”.
Continua a leggere Lo sguardo degli altriLuoghi piante animali uomini / Claude Lévi-Strauss
“Il mondo è cominciato senza l’uomo e finirà senza l’uomo”.
La legge nascosta dei destini
Emanuele Trevi, La casa del mago, Ponte alle Grazie 2023 (pp. 256, euro 18)
“‘Lo sai com’è fatto’. Quando mia madre mi parlava di mio padre ci metteva poco ad arrivare al punto, sempre lo stesso: per affrontare qualunque faccenda con quell’uomo enigmatico, con quel cubo di Rubik sorridente e baffuto, bisognava sapere-come-era-fatto. (…) Era evidente, d’altra parte, che non lo sapeva nemmeno lei com’era fatto, non lo sapeva nessuno”.
Se è vero che l’incipit rivela fin dall’inizio la qualità di un romanzo, questo di Trevi ne è la riprova. Apri il libro, leggi la prima pagina, la giri e a metà della seconda hai deciso: devi leggerlo tutto. E intanto ti chiedi che cosa ti ha conquistato e ti fa continuare.
Continua a leggere La legge nascosta dei destiniIl male su questa terra
Paolo Cognetti, Giù nella valle, Einaudi 2023 (pp. 128, euro 16)
Un cane che ne azzanna un altro e lo uccide per essere lui ad accoppiarsi. La femmina, testimone dello scontro, si concede al vincitore, che “l’annusò con gentilezza, si lasciò annusare. L’odore che lei sentì era di bosco, di terra, di foglie e del sangue del cane che aveva appena ucciso. Le venne voglia di leccarlo, e lo leccò. Poi lui la prese e così la sua infanzia era finita per sempre”. Possono Hemingway, o Carver, incrociarsi con Rigoni Stern? Cognetti pare dimostrarne la possibilità, in un racconto che per sua stessa ammissione ha nel Vecchio e il mare e nel London del Richiamo della foresta i suoi antecedenti, ma a Rigoni rimanda come al suo “grande maestro”.
Continua a leggere Il male su questa terraOggi, domani / Annie Ernaux
“(…) non ho mai smesso di sentire l’attrattiva dell’ipermercato e della vita che si svolge al suo interno. Può anche darsi che questa vita – collettiva, sottile, specifica – sparisca presto, di pari passo con l’avanzare di nuovi sistemi commerciali individualistici, come gli acquisti online e la modalità ‘drive’ che, pare, sta prendendo sempre più piede tra le classi medie e alte. Forse da adulti i bambini di oggi ricorderanno con nostalgia la spesa all’Hyper Um come adesso gli ultracinquantenni conservano la memoria delle drogherie cariche di odori del passato, dove si ‘prendeva il latte’ con un bricco di metallo”.
Un provvido scetticismo
J.M. Coetzee, Il polacco, Einaudi 2023 (pp. 128, euro 17)
Witold, un pianista polacco, settantenne, solo; Beatriz, una signora di Barcellona, quarantenne, sposata (anche se il suo matrimonio è di quelli che si reggono sull’abitudine, una sostanziale amicizia e parecchie cose che non si dicono). A farli incontrare, un concerto del pianista, che esegue il suo Chopin, assai poco simile al musicista romantico che Beatriz conosceva. Parlano inglese perché lei non capisce il polacco e lui lo spagnolo, e questo rende ancor più difficile comunicare se non in modo formale – secondo Coetzee, l’inglese, quando non è lingua madre ma convenzione linguistica imposta imperialisticamente, è un idioma in cui non si possono dire molte cose, l’amore per esempio.
Continua a leggere Un provvido scetticismoIl tempo, la vita, gli altri / Karl-Markus Gauss
“L’atto di scomparire è una cosa che mi affascina, e che nondimeno cerco di contrastare con tutte le mie forze intellettuali, tant’è che un po’ ovunque mi sono mosso sulle tracce di ciò che va scomparendo, che siano lingue, nazionalità, tradizioni, forme (…). Sempre mi trovo a voler salvare dall’oblio qualcosa che rischia di svanire, anche se non tutti devono per forza essere salvati”.
Chichita, amore mio
Italo Calvino, Lettere a Chichita 1962-1963, a cura di Giovanna Calvino, Mondadori 2023 (pp. 192, euro 14)
La conoscenza con Esther Judith Singer, detta Chichita, giunge dopo due anni in cui Calvino non ha scritto opere narrative: “Io forse non scrivo più e vivo bene lo stesso”, è arrivato a dire, nel maggio del ’61, all’amica Natalia Ginzburg. A un anno di distanza, tuttavia, il desiderio di lavorare a nuovi progetti è tornato: “Sono stanco della vita che faccio. Il lavoro editoriale (…) un mare di libri che non si ferma mai, occuparmi di tutti i libri di tutti gli altri, ma non potermi occupare dei libri miei”.
Continua a leggere Chichita, amore mioScrivere, leggere / Jorge Louis Borges
“Se le pagine di questo libro consentono qualche felice verso, mi perdoni il lettore la scortesia di averle usurpate io, previamente. I nostri nulla differiscono di poco; è banale e fortuita la circostanza che sia tu il lettore di questi esercizi, ed io il loro estensore”.
Una profondità domestica e straniera
Vittorio Lingiardi, L’ombelico del sogno. Un viaggio onirico, Einaudi 2023 (pp. 178, euro 12)
Non è semplicemente ottima divulgazione, quella di Lingiardi: come nel precedente saggio sul narcisismo (Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo, in queste note a fine ottobre 2021), è la capacità del narratore, del tema ma anche del cammino personalmente percorso per affrontarlo, a rendere accattivante il discorso e a chiamare in causa il lettore e la sua diretta esperienza. Tanto più quando di tratta di un’esperienza comune come quella del sogno, dimensione che “abita una profondità domestica a straniera, un altrove sconosciuto e nostro”, “ultimo spazio – forse – di vita privata”. Ma sempre sfuggente, perché “c’è qualcosa che appartiene al sogno che non riusciamo a consegnare alla veglia”, nonostante ci sforziamo di ricordare, di raccontare spesso, quel che nel sonno abbiamo vissuto.
Continua a leggere Una profondità domestica e stranieraLuoghi piante animali uomini / Paolo Legrenzi
“La natura è più grande di noi perché ci circonda, ci avvolge, ci accompagna insieme a tutto ciò che vive sulla Terra. Più grande di noi perché siamo come ‘bambini’ presenti su questo pianeta da duecento millenni o poco più, mentre molte altre specie animali sono i ‘grandi’ che ci hanno preceduto e ci accompagnano”.
Partenze
Carlo Simoni, Partenze, Secondorizzonte-Liberedizioni 2023 (pp. 280, euro 15)
Una partenza destinata a restare un proponimento, quella di Jean Jacques Rousseau; a lungo vagheggiato, e sempre rimandato, il distacco dalla propria città di Vittore Carpaccio; fino all’ultimo incerto, quanto ai motivi che lo ispirano, il viaggio di Michel de Montaigne. A ciascuno di essi, la partenza appare comunque l’evento nel quale si intravede la possibilità di una vita nuova, di una cesura nella propria esistenza, ma, nello stesso tempo, impone una decisione che obbliga a riflettere sull’alternativa, il restare, che non meno del partire comporta una scelta consapevole e impegnativa.
Continua a leggere PartenzeOggi, domani / André Comte-sponville
“Il suicidio nel nostro Paese non è un delitto, perché l’assistenza al suicidio dovrebbe esserlo?”.
Il bisogno di denaro e la paura della morte
Claudio Piersanti, Ogni rancore è spento, Rizzoli 2023 (pp. 288, euro 19)
Il titolo richiama alla mente il romanzo di Vita Sackville-West, Ogni passione spenta, ma qui di passione non ci sono tracce. A meno che il rancore non lo si voglia annoverare fra quelle passioni tristi che caratterizzano il nostro tempo. È infatti una rabbia sottotraccia a dominare il protagonista, un sentimento che trae origine dalla storia familiare, segnata dal solito padre assente e dall’altrettanto ricorrente figura della madre vittima della prepotenza disinvolta del consorte. L’autore – ed è questa la parte più convincente del romanzo – fa emergere poco alla volta un carattere, un modo di stare al mondo che è andato via via formandosi in questo brillante viceprimario, sempre aggiornato ma anche attento al suo tornaconto (in nome del quale ha abbandonato l’ospedale pubblico per la clinica privata in cui vecchi danarosi concludono le loro esistenze), diagnosta geniale, affabile quanto basta con i colleghi e comprensivo con i pazienti.
Continua a leggere Il bisogno di denaro e la paura della morteIl tempo, la vita, gli altri / Élie During
“Essere umano, essere una persona (…) richiede un continuo sforzo di aggiustamento, motivo per cui è così faticoso essere una persona, (…) una distrazione o un rilassamento fondamentale, una fatica di essere, minaccia in ogni momento di interrompere lo ‘sforzo estenuante’ richiesto per dare ai proprio pensieri e alle proprie azioni la continuità che permette di riconoscere una persona”.
Un intrico di minacce incombenti
Nancy Fraser, Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunità e il pianeta, Laterza 2023 (pp. 204, euro 20)
“Un intrico di minacce incombenti e di problematiche in atto” gravano sul nostro mondo: dal “debito schiacciante” ai “servizi in calo”, dall’“irrigidimento delle frontiere” a “pandemie letali e condizioni meteorologiche estreme, il tutto sovrastato da disfunzioni politiche che inibiscono la nostra capacità di immaginare e di implementare soluzioni”. L’inizio ci riporta là dove ci aveva lasciato la diagnosi di Nouriel Roubini (in queste note nello scorso maggio), ma l’autrice promette di andare oltre, “diagnosticando le cause della malattia e – soprattutto – facendo i nomi dei colpevoli, l’una e gli altri accomunabili nella formula che dà il titolo al libro: capitalismo – un termine che solo di recente pare essere ricomparso nel discorso pubblico – non semplicemente come sistema economico, ma come “tipo di società”; cannibale perché ne è costituiva la necessità di divorare tutto ciò che non rientra – non si vuole rientri – nella contabilizzazione economica: dalle risorse delle comunità al lavoro di cura, dagli ecosistemi ai beni comuni, dai poteri pubblici alle energie dei lavoratori e alle capacità di azione collettiva.
Continua a leggere Un intrico di minacce incombentiScrivere, leggere / Valerio Magrelli
“Chi fa questo mestiere, / lavorare studiando, / a volte pensa che i libri lo arricchiscano. / Non è così: ci divorano vivi, / ci divorano e spolpano, / ci scavano e assottigliano. / Più vivo, più dimentico tutto quanto sapevo. / Non so più niente; anzi, / sono spazzato via da ciò che ho letto. / Mi riduco a una briciola, corroso / eroso da tutte quelle storie / che hanno soffiato anni e anni su di me. / I libri ti lavorano, come il vento la roccia. / Ogni libro che leggo, mi lima, mi cancella e smeriglia, aspro agente atmosferico. / Più leggo, più sparisco: / mi atrofizzo, / polverizzato dalle parole altrui”.
Le rotture ci definiscono, forse più dei legami
Claire Marin, La fine degli amori e altri adii che trasformano la nostra vita, Einaudi 2023 (pp. 128, euro 15)
“Ci piacerebbe che la rottura fosse un taglio netto (…). Invece la rottura è una lacerazione: “Anche rotti, i legami possono continuare a essere sensibili, membro di un’equazione fantasma, testimoni di una vita passata”. Che abbandoniamo o siamo abbandonati un residuo della presenza dell’altro è ineliminabile: non c’è lavoro del lutto che riesca al cento per cento ci ha ricordato Recalcati nel suo recente La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia (in queste note lo scorso marzo). Ma in questo libro la morte non c’è. O meglio: non le è dedicato un capitolo specifico, come invece alla nascita in quanto “prima rottura in ordine di tempo”, che ogni rottura forse riprende nel corso della vita. Ma non c’è, in ogni rottura, anche un presentimento della morte?
Continua a leggere Le rotture ci definiscono, forse più dei legamiIl tempo, la vita, gli altri / Erri De Luca
“Essere vecchi è come stare accampato in cima al bosco, dove gli alberi sono meno fitti e c’è più luce”.
Oltre l’accecante scontatezza della quotidianità
Karl-Markus Gauss, Viaggio avventuroso intorno alla mia camera, Keller 2023 (pp. 240, euro 18)
Il titolo ripropone quello dell’opera di quell’“arguto reazionario” che fu Xavier de Maistre (ma anche i reazionari possono scrivere libri da leggere, vedi Céline), aggiungendovi però quell’avventuroso di cui l’autore si incarica di render conto coinvolgendoci sin dalle prima pagine in viaggi che dalla sua casa e dalle sue cose – soprattutto quelle “cose di cui non si ha bisogno, e appunto per questo non possiamo farne a meno” – ci portano a incontrare luoghi e personaggi disparati, persi nella lontananza, quasi del tutto dimenticati.
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