“Per quanto ricco di immaginazione, uno scrittore non inventa granché. La maggior parte delle mie trovate sono ricordi che si trasformano in storie”. (Daniel Pennac)
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
“A parer mio quasi tutti sanno cos’è una storia…”
“A parer mio quasi tutti sanno cos’è una storia, fino a che non si siedono a scriverne una”. (Flannery O’Connor)
“Probabilmente hai una buona padronanza della lingua e sei in grado di comunicare idee usando le parole…”
“Probabilmente hai una buona padronanza della lingua e sei in grado di comunicare idee usando le parole. Ma questo non significa che tu possa scrivere un libro. Mettiamola così: corro da quando avevo circa un anno. Da quasi 40 anni! Ma non potrei mai correre una maratona. Non ne sono fisicamente capace, anche se posso correre per qualche miglio di seguito. Scrivere un libro è una maratona. Devi allenarti per farlo, fare pratica, capire i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli e lavorare duramente per superarli. Hai bisogno di un aiuto, di un riscontro, di un sostegno e ci devi provare molte volte prima di correre la tua gara migliore. Scrivere un libro che qualcun altro vuole leggere è correre la tua maratona più veloce. Nessuno ci riesce al primo tentativo e pochi scrittori possono aspettarsi di avere la resistenza necessaria senza un allenamento rigoroso”. (Kate McKean)
“Che colpisca un individuo o un popolo, che sia episodica e deflagrante oppure continuativa, non c’è esperienza traumatica…”
“Che colpisca un individuo o un popolo, che sia episodica e deflagrante oppure continuativa, non c’è esperienza traumatica che, per salvarsi, non richieda un racconto. Epopea letteraria o rivelazione fatta dal bambino abusato a un caregiver alternativo, ogni trauma ha bisogno di una storia per essere, quando possibile, elaborato. A maggior ragione quando è così precoce da non poter far altro che rifugiarsi, sotto mentite spoglie, nel corpo. (…) Possedere la nostra storia, il suo racconto, ci restituisce a noi stessi. Troppo spesso la sofferenza è storia non raccontata: dare parole al passato è curarlo”. (Vittorio Lingiardi)
“(…) ricreando, rivivendo immagini, persone, vicende, situazioni psicologiche e morali…”
“(…) ricreando, rivivendo immagini, persone, vicende, situazioni psicologiche e morali già celebrate nella propria poesia, si vive ulteriormente, e non d’obbligo nel rifugio del passato. Semmai nella riflessione che è riflesso scalfito sulla coscienza interrogata, riscossa. Nel tempo ritrovato si ritrova lo spazio per l’eco, la proiezione in avanti delle prove passate, sullo schermo dove tornano ad agire le ombre concrete della irreversibile fusione, o diciamo pure confusione, di scelte di vita e di poesia”. (Nazim Hikmet)
“Uno pensa di essere vuoto, e cerca affannosamente insegnanti e corsi che possano insegnargli a scrivere…”
“Uno pensa di essere vuoto, e cerca affannosamente insegnanti e corsi che possano insegnargli a scrivere. A scrivere si impara scrivendo. Sembra semplice, e lo è. Non s’impara uscendo da noi stessi per rivolgersi ad autorità esterne che secondo noi sanno come si fa”. (Natalie Goldberg)
“La storia della mia vita è la storia della lotta tra…”
“La storia della mia vita è la storia della lotta tra il prepotente impulso di scrivere e un insieme di circostanze volte a impedirlo”. (Francis Scott Fitzgerald)
“Mi sembra che ci siano cose che appartengono davvero solo alla letteratura…”
“Mi sembra che ci siano cose che appartengono davvero solo alla letteratura: il tempo e la morte, l’amore”. (Annie Ernaux)
“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che…”
“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che inizialmente, un sacco di anni prima, l’aveva trascinato verso le parole, benché le parole siano ciò con cui tuttora se la vede. Mi sa che è un po’ come il matrimonio, ha detto. Costruisci un intero edificio su un periodo di passione che non si ripeterà. È la base della tua fiducia e qualche volta ne dubiti, ma non ci rinunci perché gran parte della tua vita è fondata su quel terreno”. (Rachel Cusk)
“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto…”
“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto, vi accorgerete che di quanto tempo ci voglia. Un movimento dopo l’altro, con fatica, lentamente, la ruota delle parole scava dei suoni, nell’animo, negli eventi. Un personaggio nasce frase dopo frase, un rammarico dopo l’altro, una sconfitta segue la successiva. Il martello del subito non è tra gli strumenti di un grande scrittore”. (Giulio Busi)
“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato…”
“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato a fare questo lavoro. Un po’ alla volta, sono migliorato in quello che faccio. In un certo senso ogni libro è stato migliore del precedente. O piuttosto ho continuato a cercare di comprendere meglio quello che faccio o che cerco di dire. Di sbagliare meglio, diciamo”. (Paul Auster)
“(…) chi scrive preferisce in genere essere solo…”
“(…) chi scrive preferisce in genere essere solo. Naturalmente, ci spiegherà che lo fa proprio perché ama il prossimo: si isola solo per concentrarsi meglio e raggiungerlo più compiutamente con le sue frasi. Eppure, anche se lo scritto si rivolge a un tu, leggendo si sente spesso il sapore della solitudine”. (Luigi Zoja)
“Stamattina ho tolto una virgola,…”
“Stamattina ho tolto una virgola, nel pomeriggio l’ho rimessa”. (Oscar Wilde)
“C’è gente che ha una quantità spaventosa di idee…”
“C’è gente che ha una quantità spaventosa di idee e se hai una quantità spaventosa di idee in testa, la voce per esprimerle verrà da sola, le parole giuste verranno da sole”. (Kurt Vonnegut)
“Penso che sedersi alla tastiera sia l’ultima cosa da fare…”
“Penso che sedersi alla tastiera sia l’ultima cosa da fare… o perlomeno l’ultimo atto. Prima devono succedere un mucchio di altre cose”. (Lee Stringer)
“Senza una rappresentazione vigorosa delle cose – animate o inanimate…”
“Senza una rappresentazione vigorosa delle cose – animate o inanimate –, senza la rappresentazione di ciò che è reale, non resta niente. La linfa vitale della narrativa è la concretezza, l’incessante concentrazione sui particolari, il fervente interesse per la natura singolare delle cose e la profonda avversione per le generalizzazioni”. (Philip Roth)
“Sei sempre stato così, tu. Di una sensazione hai sempre coltivato…”
“Sei sempre stato così, tu. Di una sensazione hai sempre coltivato più il ricordo che la sua ripetizione. È quel che fa di te uno scrittore, presumo. Io invece devo ricaderci dentro ogni giorno”. (Daniel Pennac)
“L’ispirazione è un fenomeno misterioso e non sempre uno scrittore…”
“L’ispirazione è un fenomeno misterioso e non sempre uno scrittore sa perché scrive quella certa storia che scrive. A me è capitato che una storia da 300 pagine mi venisse incontro bell’e pronta in mezzo minuto, mentre attraversavo la strada. Dovevo solo trovare il tempo di mettermi a scriverla e una volta terminata, riuscire a definire di che cosa il libro trattasse, in modo che ne potessi parlare”. (Auður Ava Ólafsdóttir)
“Scrittore è colui al quale scrivere riesce…”
“Scrittore è colui al quale scrivere riesce più difficile che a qualunque altra persona”. (Thomas Mann)
“Dietro la maschera del progetto intellettuale nella stesura di un romanzo…”
“Dietro la maschera del progetto intellettuale nella stesura di un romanzo c’è un enorme lavoro tecnico. Per i lettori quello che conta è l’intenzione intellettuale, il percorso che lo scrittore intraprende quando scrive, ma dal punto di vista del romanziere è la tecnica narrativa che bisogna avere e che sostiene la struttura del testo. (…) I lettori pensano all’ispirazione dello scrittore, mentre io credo che sia più una questione di traspirazione; lo scrittore suda”. (Pierre Lemaitre)
“Il fatto è che ero lì, all’età di 40 anni. Avevo…”
“Il fatto è che ero lì, all’età di 40 anni. Avevo una moglie bellissima, tre bellissimi bambini, li adoravo tutti. Ma non ero veramente felice. Non è necessariamente la maledizione dello scrittore, questo. Ma forse è la maledizione dello scrittore di esserne consapevole, chiedersi: perché tutto questo, tutto quello che ho, non è abbastanza?”. (Karl Ove Knausgård)