“Scrivi sempre nel modo più semplice possibile; è in primo luogo te stesso che non devi ingannare; sii sempre vigile contro il tuo stesso compiacimento e bada a non raccontarti mai storie”. (André Gide)
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
“Poche parole possono esprimere più che interi tomi. Ovviamente è necessario…”
“Poche parole possono esprimere più che interi tomi. Ovviamente è necessario il talento per saper comunicare efficacemente e compiutamente nel breve”. (Amy Hempel)
“Sono arrivato alla conclusione che…”
“Sono arrivato alla conclusione che non riesco a scrivere senza offendere qualcuno”. (James Joyce)
“Jean Cocteau definiva tutti i suoi romanzi ‘poesie di romanzo’. Questa espressione…”
“Jean Cocteau definiva tutti i suoi romanzi ‘poesie di romanzo’. Questa espressione mi è sempre piaciuta e distinguevo tra gli scrittori coloro che sono ‘poeti’ del romanzo e coloro che non lo sono (…). Essere poeta del romanzo significa concentrarsi ostinatamente sull’essenziale (esistenzialmente essenziale) ed eliminare il resto”. (Milan Kundera)
“Prima di cominciare ho letto molto. All’inizio volevo aggiungere qualcosa di mio…”
“Prima di cominciare ho letto molto. All’inizio volevo aggiungere qualcosa di mio a tutte queste letture. Poi ho voluto trovare storie, personaggi. Da un certo punto in poi la scrittura è scaturita invece da frasi che hanno bussato alla finestra. È un rumore di sottofondo che tento di catturare”. (Jean-Marie Gustave Le Clézio)
“Uno scrittore non è mai in vacanza. Per uno scrittore, la vita consiste…”
“Uno scrittore non è mai in vacanza. Per uno scrittore, la vita consiste o nello scrivere o nel pensare a scrivere”. (Eugène Ionesco)
“Scrivere romanzi è inseguire possibilità. Vedo i miei libri…”
“Scrivere romanzi è inseguire possibilità. Vedo i miei libri come un inseguimento di vite diverse. Viviamo tutti in una sorta di gabbia, la gabbia che presuppone il fatto di essere solo te stesso. Se sei uno scrittore di narrativa, puoi uscire ed essere qualcosa di diverso. È quello che faccio la maggior parte delle volte… Vivere i miei io alternativi”. (Murakami Haruki)
“Sta’ all’erta, vigila e suda, riscrivi anche cinque volte…”
“Sta’ all’erta, vigila e suda, riscrivi anche cinque volte il medesimo racconto, accorcialo”. (Anton Čecov)
“Forse le idee migliori sono quelle che arrivano nel vuoto…”
“Forse le idee migliori sono quelle che arrivano nel vuoto, quando si riesce a non essere niente, in una testa che si è spenta, per così dire. Forse le idee migliori sono quelle che non sono interamente compiute in sé, le idee paradossali, che lasciano indietro il senso”. (Alberto Garlini)
“[a] tanti giovani scrittori (…) importa credere di esistere…”
“(…) [a] tanti giovani scrittori (…) importa credere di esistere ma non di creare qualcosa che davvero riesca a interpretare e raccontare il nostro tempo, il suo fondo, le sue ipocrisie e censure. Basta raccontarsi, non raccontarlo!”. (Goffredo Fofi)
“Le ferite dell’esistenza sono inguaribili, e ne scrivi e riscrivi, sperando di essere capace…”
“Le ferite dell’esistenza sono inguaribili, e ne scrivi e riscrivi, sperando di essere capace presto o tardi di costruire una storia che ne dia definitivamente conto”. (Elena Ferrante)
“Raccontare storie significa occuparsi del tempo, ed esperire la nostra vita come tempo ha a che vedere…”
“Raccontare storie significa occuparsi del tempo, ed esperire la nostra vita come tempo ha a che vedere col fatto che la nostra vita ha un termine, e che la vita dei nostri amici [e di quelli cui vogliamo bene] ne ha pure uno. L’angoscia di fronte a questo dover finire può naturalmente essere tenuta a bada (…). Ciò che però non scompare è la tristezza per questa finitudine. La tristezza non la si può vincere, può soltanto essere rifiutata o accettata. Il raccontare storie ha a che fare con il fatto di accettarla. La tendenza degli uomini alla tristezza li fa diventare narratori di storie”. (Peter Bichsel)
“La letteratura è una cosa così forte, che non ha bisogno di fare niente…”
“La letteratura è una cosa così forte, che non ha bisogno di fare niente. La letteratura è la mano su questa terra di un Dio che non esiste. Ha un potere imparagonabile. Le cose della vita, le stesse tragedie, sono momentanee. La letteratura non lo è. Il tempo è il peggior nemico delle persone. E l’arma migliore che la gente ha per combattere il tempo, per superarlo, è la letteratura. Di Omero non ti ricordi i politici, i soldati, i combattenti, ma ricordi Omero. Ricordi loro solo perché lui li ha raccontati. Un essere umano creato da Dio può vivere per circa 80 anni. Ma un personaggio creato dalla letteratura vive per sempre. Shakespeare, creato da Dio, non ha vissuto a lungo. Però Amleto creato da Shakespeare vivrà per sempre. Per questa ragione penso che Dio sia geloso degli scrittori”. (Ahmet Altan)
“Una volta i protagonisti dei libri più importanti erano dèi…”
“Una volta i protagonisti dei libri più importanti erano dèi, poi diventarono semidei, poi eroi, poi nobili, poi borghesi, poi uomini comuni, poi emarginati e infine scrittori”. (Vanni Santoni)
“Scrivere romanzi è come andare a funghi…”
“Scrivere romanzi è come andare a funghi, quando ne trovi uno poi lo cucini. A volte basta proprio poco…”. (Andrea Vitali)
“Penso a volte che il vero scopo dello scrivere sia trovare parole definitive, oggettive…”
“Penso a volte che il vero scopo dello scrivere sia trovare parole definitive, oggettive, e so che questo non è possibile. (…) trovare una frase che racchiuda un sentimento, che lo incarceri una volta per tutte in una forma assoluta, che impedisca a chi legge di raccontare quello stesso sentimento con parole diverse da quelle che trova scritte. Questo è il sogno della scrittura. Ma è anche la sua chimera”. (Andrea Tarabbia)
“Il mio solo strumento di indagine è la scrittura…”
“Il mio solo strumento di indagine è la scrittura. Nel costruire un personaggio, nel farlo pensare, agire e relazionarsi con gli altri, quasi sempre guadagno una posizione sulla via della consapevolezza, mi libero di uno stereotipo, mi metto alla prova”. (Lidia Ravera)
“Qualunque racconto implica anche un intento vendicativo…”
“Qualunque racconto implica anche un intento vendicativo di qualche tipo o almeno risarcitorio”. (Tommaso Pincio)
“Il periodo in cui si è più vivi e consapevoli è l’infanzia…”
“Il periodo in cui si è più vivi e consapevoli è l’infanzia, e perciò si cerca di recuperare quell’acutezza di percezione. (…) Io conoscevo intimamente il mondo che mi circondava, ero al corrente della piccola storia di ciascuno, la materia di cui sono fatti i racconti e i romanzi. (…) Tutte queste cose si sono sommate rendendomi quella che sono”. (Edna O’Brien)
“E lei che mestiere fa?…”
“E lei che mestiere fa?
Scrivo dei libri, gli avevo detto.
Sì ma, aveva detto lui, ma di mestiere?
Scrivo dei libri, gli avevo detto io.
Ho capito che scrive dei libri, aveva detto lui, ma di mestiere?
Scrivo dei libri, gli avevo detto io.
Sì, va bene, aveva detto lui, ma i soldi, il mestiere che porta i soldi, che mestiere fa?”. (Paolo Nori)
“[La lettura ad alta voce dei propri testi] risulta particolarmente utile ai fini di confermare…”
“[La lettura ad alta voce dei propri testi] risulta particolarmente utile ai fini di confermare la naturalezza e il ritmo dei dialoghi e rendere più agevole la correzione degli eventuali errori. (…) E infatti, ha scritto Flannery O’Connor, ‘l’orecchio sa leggere quanto l’occhio (…) ma talvolta fa addirittura meglio, e chissà quante scoperte ci aspettano in testi che abbiamo percorso con gli occhi, ma la cui qualità tonale continua a rimanere un autentico segreto’”. (Luigi Manconi)