“[La poesia] È arrivata come una visita ed è rimasta tale. Viene e va quando le pare, la chiamo e le obbedisco. Mi ha potato il senso del dono impensato. (…) La poesia mi ha dato un destino. E poi solo lei sa dire quanto siamo complessi e frammentati. So quel che sono solo scrivendo”. (Chandra Livia Candiani)
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
“dato che il nostro io è plurale, tutte le nostre creazioni letterarie…”
“(…) dato che il nostro io è plurale, tutte le nostre creazioni letterarie e perfino i personaggi dei nostri sogni sono, da un lato, sfaccettature dell’io, dall’altro vivono di vita propria. Mostrano in noi la presenza a grappolo di altri io (…)”. (Remo Bodei)
“La scrittura è un atto di unicità radicale, che richiede…”
“La scrittura è un atto di unicità radicale, che richiede la liberazione delle proprie fantasie, dei desideri segreti, delle fragilità”. (Silvia Avallone)
“Avevo una spontanea tendenza a raccontare tutto quello che mi accadeva, parlavo molto…”
“Avevo una spontanea tendenza a raccontare tutto quello che mi accadeva, parlavo molto e scrivevo volentieri. Se in un componimento descrivevo un episodio della mia vita, questo si salvava dall’oblio, interessava altre persone, era conservato definitivamente”. (Simone de Beauvoir)
“Oggi credo di avere finalmente imparato a lavorare in terza persona…”
“Oggi credo di avere finalmente imparato a lavorare in terza persona; La ragazza con l’orecchino di perla è in prima persona, una modalità di scrittura che io trovo più semplice. Ho sempre pensato che sarei rimasta una scrittrice adolescente finché non ho imparato con facilità l’uso della terza persona”. (Tracy Chevalier)
“Non appena avevo messo il punto finale, tutto quello che avevo scritto mi appariva vecchio…”
“Non appena avevo messo il punto finale, tutto quello che avevo scritto mi appariva vecchio, banale, ingenuo, sgangherato. Scrivere era come il mangiare e il bere: dopo un po’ torna la fame, torna la sete, e quello che hai mangiato ieri non serve più”. (Luca Doninelli)
“La maggior parte delle letture che si possono fare ormai…”
“La maggior parte delle letture che si possono fare ormai non mi interessa più. Così, ho scritto”. (Sigmund Freud)
“Scrivi sempre nel modo più semplice possibile; è in primo luogo te stesso…”
“Scrivi sempre nel modo più semplice possibile; è in primo luogo te stesso che non devi ingannare; sii sempre vigile contro il tuo stesso compiacimento e bada a non raccontarti mai storie”. (André Gide)
“Poche parole possono esprimere più che interi tomi. Ovviamente è necessario…”
“Poche parole possono esprimere più che interi tomi. Ovviamente è necessario il talento per saper comunicare efficacemente e compiutamente nel breve”. (Amy Hempel)
“Sono arrivato alla conclusione che…”
“Sono arrivato alla conclusione che non riesco a scrivere senza offendere qualcuno”. (James Joyce)
“Jean Cocteau definiva tutti i suoi romanzi ‘poesie di romanzo’. Questa espressione…”
“Jean Cocteau definiva tutti i suoi romanzi ‘poesie di romanzo’. Questa espressione mi è sempre piaciuta e distinguevo tra gli scrittori coloro che sono ‘poeti’ del romanzo e coloro che non lo sono (…). Essere poeta del romanzo significa concentrarsi ostinatamente sull’essenziale (esistenzialmente essenziale) ed eliminare il resto”. (Milan Kundera)
“Prima di cominciare ho letto molto. All’inizio volevo aggiungere qualcosa di mio…”
“Prima di cominciare ho letto molto. All’inizio volevo aggiungere qualcosa di mio a tutte queste letture. Poi ho voluto trovare storie, personaggi. Da un certo punto in poi la scrittura è scaturita invece da frasi che hanno bussato alla finestra. È un rumore di sottofondo che tento di catturare”. (Jean-Marie Gustave Le Clézio)
“Uno scrittore non è mai in vacanza. Per uno scrittore, la vita consiste…”
“Uno scrittore non è mai in vacanza. Per uno scrittore, la vita consiste o nello scrivere o nel pensare a scrivere”. (Eugène Ionesco)
“Scrivere romanzi è inseguire possibilità. Vedo i miei libri…”
“Scrivere romanzi è inseguire possibilità. Vedo i miei libri come un inseguimento di vite diverse. Viviamo tutti in una sorta di gabbia, la gabbia che presuppone il fatto di essere solo te stesso. Se sei uno scrittore di narrativa, puoi uscire ed essere qualcosa di diverso. È quello che faccio la maggior parte delle volte… Vivere i miei io alternativi”. (Murakami Haruki)
“Sta’ all’erta, vigila e suda, riscrivi anche cinque volte…”
“Sta’ all’erta, vigila e suda, riscrivi anche cinque volte il medesimo racconto, accorcialo”. (Anton Čecov)
“Forse le idee migliori sono quelle che arrivano nel vuoto…”
“Forse le idee migliori sono quelle che arrivano nel vuoto, quando si riesce a non essere niente, in una testa che si è spenta, per così dire. Forse le idee migliori sono quelle che non sono interamente compiute in sé, le idee paradossali, che lasciano indietro il senso”. (Alberto Garlini)
“[a] tanti giovani scrittori (…) importa credere di esistere…”
“(…) [a] tanti giovani scrittori (…) importa credere di esistere ma non di creare qualcosa che davvero riesca a interpretare e raccontare il nostro tempo, il suo fondo, le sue ipocrisie e censure. Basta raccontarsi, non raccontarlo!”. (Goffredo Fofi)
“Le ferite dell’esistenza sono inguaribili, e ne scrivi e riscrivi, sperando di essere capace…”
“Le ferite dell’esistenza sono inguaribili, e ne scrivi e riscrivi, sperando di essere capace presto o tardi di costruire una storia che ne dia definitivamente conto”. (Elena Ferrante)
“Raccontare storie significa occuparsi del tempo, ed esperire la nostra vita come tempo ha a che vedere…”
“Raccontare storie significa occuparsi del tempo, ed esperire la nostra vita come tempo ha a che vedere col fatto che la nostra vita ha un termine, e che la vita dei nostri amici [e di quelli cui vogliamo bene] ne ha pure uno. L’angoscia di fronte a questo dover finire può naturalmente essere tenuta a bada (…). Ciò che però non scompare è la tristezza per questa finitudine. La tristezza non la si può vincere, può soltanto essere rifiutata o accettata. Il raccontare storie ha a che fare con il fatto di accettarla. La tendenza degli uomini alla tristezza li fa diventare narratori di storie”. (Peter Bichsel)
“La letteratura è una cosa così forte, che non ha bisogno di fare niente…”
“La letteratura è una cosa così forte, che non ha bisogno di fare niente. La letteratura è la mano su questa terra di un Dio che non esiste. Ha un potere imparagonabile. Le cose della vita, le stesse tragedie, sono momentanee. La letteratura non lo è. Il tempo è il peggior nemico delle persone. E l’arma migliore che la gente ha per combattere il tempo, per superarlo, è la letteratura. Di Omero non ti ricordi i politici, i soldati, i combattenti, ma ricordi Omero. Ricordi loro solo perché lui li ha raccontati. Un essere umano creato da Dio può vivere per circa 80 anni. Ma un personaggio creato dalla letteratura vive per sempre. Shakespeare, creato da Dio, non ha vissuto a lungo. Però Amleto creato da Shakespeare vivrà per sempre. Per questa ragione penso che Dio sia geloso degli scrittori”. (Ahmet Altan)
“Una volta i protagonisti dei libri più importanti erano dèi…”
“Una volta i protagonisti dei libri più importanti erano dèi, poi diventarono semidei, poi eroi, poi nobili, poi borghesi, poi uomini comuni, poi emarginati e infine scrittori”. (Vanni Santoni)