“Scrivere, in fondo, è esprimere quello che non si può tenere per sé.”
(Annie Ernaux)
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
“Scrivere, in fondo, è esprimere quello che non si può tenere per sé.”
(Annie Ernaux)
“Perché gli scrittori, quelli veri intendo, scrivono? La domanda non è affatto oziosa, tant’è che gli scrittori veri, se la pongono di continuo.”
(Franco Marcoaldi)
“Inoltrarsi nel più intimo spesso ci porta a toccare la parte più universale di ciascuno di noi.”
(Nadia Terranova)
“Se il mondo è davvero truffaldino e irreale come a me sembra stia diventando ogni giorno di più; se ci si sente sempre più impotenti al cospetto di questa irrealtà; se l’esito inevitabile è la distruzione, se non di ogni forma di vita, quantomeno di quasi tutto ciò che di prezioso e civile c’è nella vita… allo perché, in nome di Dio, gli scrittori sono contenti? (…) il fatto che la situazione sia angosciante pesa sullo scrittore non meno, e forse anche più, che su qualunque altro cittadino – perché per lo scrittore la comunità è, in senso stretto, tanto il tema quanto il pubblico. E può accadere che, quando la situazione produce sentimenti non solo di disgusto, rabbia e malinconia ma anche di impotenza, lo scrittore si perda d’animo e finisca per dedicarsi ad altro, alla costruzione di mondi del tutto immaginari, e alla celebrazione dell’io, che può, in diversi modi, diventare il suo tema, nonché la forza che determina il perimetro della sua tecnica.”
(Philip Roth)
“La facoltà di narrare è una compensazione rispetto alla depressione (…) legata essenzialmente alla coscienza della caducità.”
(Henry Bergson)
“Per un vero romanziere la Storia non è altro che un “laboratorio antropologico” per mettere alla prova i suoi personaggi. La Storia, infatti, è la quintessenza dell’astrazione: è popolata da uomini e donne senza volto. Il romanzo corregge la Storia: offre a ogni individuo un volto.”
(Massimo Rizzante)
“Scrivere significa sperimentare su se stessi, sperimentare tutto ciò che la vita non permette di sperimentare.”
(Javier Cercas)
“La sua biblioteca era ristretta. Col passar degli anni, s’accorgeva che era meglio concentrarsi su pochi libri. In gioventù era stato di letture disordinate, mai sazio. Ora la maturità lo portava a riflettere ed a evitare il superfluo. (…) Da tempo cercava d’allontanare da sé la letteratura, quasi vergognandosi della vanità d’aver voluto essere, in gioventù, scrittore. Era stato svelto a capire l’errore che c’è sotto: la pretesa d’una sopravvivenza individuale, senz’aver fatto nient’altro per meritarla che mettere in salvo un’immagine – vera o falsa – di sé. La letteratura delle persone gli parve una distesa di lapidi del cimitero: quella dei vivi e quella dei morti. Ormai nei libri cercava altro: la sapienza delle epoche o semplicemente qualcosa che servisse a capire qualcosa. Ma siccome era abituato a ragionare per immagini continuava a scegliere nei libri dei pensatori il nocciolo immaginoso, cioè a scambiarli per poeti (…).”
(Italo Calvino)
“Uno scrittore è una persona che incatena citazioni togliendo le virgolette.”
(Roland Barthes)
“[La mia autobiografia,] questa storia che racconto, è solo tratta da una storia vera”
(Bruno Arpaia)
“[L’arte di narrare] si avvia al tramonto. Capita sempre più di rado d’incontrare persone che sappiano raccontare qualcosa come si deve: e l’imbarazzo si diffonde sempre più spesso quando, in una compagnia, c’è chi vorrebbe sentirsi raccontare una storia.”
(Mario Luzi)
“La solitudine è una condizione indispensabile per colui che scrive. La solitudine può non essere un ritiro sulla montagna o nel deserto, la si può vivere anche in mezzo agli altri. Ma l’atto dello scrivere è, sì, un atto assolutamente solitario.”
(Mario Luzi)
“Chi sa scrivere a mano sarà sempre in vantaggio su chi sa premere dei tasti, sia sul piano della memoria che su quello dell’organizzazione del testo. Lo dicono anche le neuroscienze. (…) Chi scrive a mano tende a trattenere di più le informazioni.”
(Ewan Clayton)
“Ogni autore ha un insieme limitato di temi archetipici, a volte uno soltanto. Più che sceglierli, li ereditiamo dalla configurazione della nostra vita. Anche se cerchiamo di espellerli dal libro a cui stiamo lavorando, spesso riescono a trovare il modo per intrufolarsi di nuovo.”
(David Mitchell)
“Magari fosse possibile un’opera concepita al di fuori del self, un’opera che ci permettesse d’uscire dalla prospettiva limitata d’un io individuale, non solo per entrare in altri io simili al nostro, ma per far parlare ciò che non ha parola, l’uccello che si posa sulla grondaia, l’albero in primavera e l’albero in autunno, la pietra, il cemento, la plastica…”
(Italo Calvino)
“Scrivere un romanzo da solo in una stanza con i propri pensieri forse è la sola maniera di ottenere la massima soddisfazione dai tuoi sforzi creativi. Tutti gli altri modi possono spezzare il cuore.”
(Jonathan Franzen)
“Vorrei che tutto apparisse meno romanzesco possibile, perché non se ne può più di queste vite da romanzo a cui dovrebbe somigliare anche la nostra. Giorno per giorno passa la vita e basta.”
(Gianni Celati)
“Il progetto di scrivere la mia storia ha preso forma quasi contemporaneamente al progetto di scrivere.”
(Georges Perec)
“In fondo, uno scrittore è tale solo quando scrive.
Nel senso che deve scoprire ogni volta che si mette a scrivere che cos’è quell’oggetto magico e sfuggente chiamato letteratura.”
(Massimo Rizzante)
“In realtà il poeta è soltanto un accumulatore di Tempo, conscio che settant’anni di vita distratta dietro agli affari e i traffici e le cosiddette cose concrete può contenere soltanto un minuto primo di Tempo vero, mentre diciotto o vent’anni o trenta di vita vissuta davvero in profondo, possono viceversa contenerne secoli a volte miellenni, nel passato come nel presente e nel futuro, amen.”
(Giorgio Caproni)
“Mi piace scrivere a mano, senza cancellare, evitando ripensamenti. Ci tengo a conservare su carta il diario di lavorazione di una storia (…).”
(Paolo Cognetti)