“Perché, Gilgamesch, sempre insegui il dolore? Ti sei affannato. E che cosa hai ottenuto? L’uomo si spezza come canna in un canneto. Il giovane avvenente, la bella fanciulla, la Morte li ghermisce! Mai nessuno vede la morte! Gli dei sia la Morte sia la Vita han decretato, ma il giorno della Morte non rivelano… All’improvviso non c’è più nulla”.
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
Scrivere, leggere / Paul Auster
“Ero arrivato a un punto tale di consapevolezza da essere in qualche modo convinto che ogni romanzo andasse tutto quanto risolto in anticipo, che ogni sillaba dovesse spandere un’eco filosofica o letteraria, che un romanzo fosse una grande macchina di pensieri ed emozioni analizzabili fino ai fonemi di ogni singola frase. Un’esagerazione. Non mi ero reso conto che l’inconscio ha un ruolo molto ampio nella creazione di una storia. Non avevo ancora afferrato l’importanza della spontaneità e dell’ispirazione improvvisa. Ci ho messo molto a imparare che la mancanza di comprensione rispetto a quello che stiamo facendo può essere utile quanto sapere cosa stiamo combinando”.
Scrivere, leggere / Ahmet Altan
“La parola scritta è più importante dello scrittore. Le tue parole scritte ti proteggono. Non importa se sei l’uomo peggiore del mondo, l’importante è che i tuoi scritti siano buoni. Conosciamo molti autori in letteratura che sono brutti tipi, però sono grandi autori”.
Luoghi piante animali uomini / Julian Barnes
“Le autorità medievali portavano gli animali in tribunale e ne valutavano seriamente i crimini; noi li mettiamo in campi di concentramento, li riempiamo di ormoni e li facciamo a pezzi in modo da ricordarci il meno possibile che una volta pigolavano o belavano o muggivano. Quale dei due modi è il più serio? Qual è il più avanzato da un punto di vista morale?”.
Oggi, domani / Piergiorgio Bellocchio
“Lotta di classe. La lotta più dura e spietata si combatte non tra le classi antagoniste, ma dentro le classi, tra gli eguali, nella scalata sociale. Promozione o regressione, la posta in gioco”.
Il tempo, la vita, gli altri / Fernando Aramburu
“Ho accettato il fatto che è un impegno vano cercare di vivere nei pensieri e nei ricordi altrui. Noi che non abbiamo fatto cose rilevanti nella vita, ci dissiperemo via via che si spegneranno le poche menti in grado di evocarci. Dopo morti saremo un nome su una lapide che un giorno forse non lontano non significherà nulla per nessuno, che scomparirà anch’essa per far posto nel cimitero ad altri defunti. È ben vero che la Storia preserva alcuni nomi che magari di danno l’illusione che qualcosa di umano possa perdurare. Sciocchezze. Metto in dubbio che qualcuno conservi una briciola di vita autentica per il fatto di essere studiato, di dare un nome a una strada o di meritare una statua nel parco”.
Scrivere, leggere / Niccolò Ammaniti
“Se non parti da una dimensione d’insofferenza e infelicità, parlo dei personaggi, è molto difficile che una storia riesca a ingranare. Quanto a me, la vita non me la so godere. Sto bene se lavoro a una storia; se no, no. [La vita vera non è] scrivere, ma raccontare storie”.
Luoghi piante animali uomini / Enzo Bianchi
“Non dobbiamo dimenticare che l’ascolto degli altri è inerente all’ascolto del mondo e che dobbiamo imparare a decifrare anche le voci, il grido della terra, delle piante, degli animali. Chi non sa percepire la terra che geme e non sa ascoltare la voce delle piante avrà un ascolto monco anche delle persone”.
Oggi, domani / Jean Baudrillard
“L’ambiente tecnico è la nostra sovrapproduzione d’oggetti inquinanti, fragili, obsolescenti. Perché la produzione viva, tutta la sua logica e la sua strategia si articolano sulla fragilità e l’obsolescenza. Un’economia di prodotti stabili e di buoni oggetti è impensabile (…)”.
Il tempo, la vita, gli altri / Günther Anders
“Essere grandi nella sventura è facile. Il carattere si rivela solo nella fortuna”.
Scrivere, leggere / Hannah Arendt
“Per me scrivere un libro è come andare in prigione di mia spontanea volontà. (…) In nessuna circostanza scriverò mai più un libro grosso. Semplicemente non mi si addice”.
Luoghi piante animali uomini / Amedeo Balbi
“L’energia non è mai gratis: questa è una delle regole di base della realtà. La prendiamo in prestito e la trasformiamo, ne utilizziamo solo una parte e ne cediamo il resto all’ambiente in una forma degradata, che va persa per sempre. Non esistono forme di energia che non producano scarti (…) Nella migliore delle ipotesi, dissipiamo la parte inutilizzata sotto forma di calore. Il riscaldamento globale è la conseguenza certamente indesiderata (…) dell’uso di energia sempre maggiore di cui una civiltà ha bisogno per crescere e migliorare la propria condizione”.
Oggi, domani / Enzo Bianchi
“Il concetto di bene comune purtroppo è stato accantonato a favore di una concezione individualistica e utilitaristica della società e si è progressivamente imposta l’idea secondo la quale l’organizzazione politica si giustifica per il fatto che garantisce ai membri di una collettività i diritti individuali di cui sarebbero dotati anteriormente alla loro esistenza sociale. Così il bene comune ha ceduto il posto all’interesse generale, concepito come la somma degli interessi individuali”.
Il tempo, la vita, gli altri / Anonimo
“Ho molto tempo, ma non ho tempo da perdere”.
Scrivere, leggere / Günther Anders
“(…) importante è che l’ampio fiume del romanzo continui a scorrere. Se esso si prosciugasse, la comune vita quotidiana sarebbe sconosciuta già domani. Perché la storiografia non ha mai conservato la vita quotidiana. (…) Ciò che oggi al romanziere chino sulle sue pagine sembra pura finzione, sarà domani una fonte inesauribile di fatti”.
Scrivere, leggere / Martin Amis
“Per lo più ti affidi al talento, ma quando invecchi, la parte geniale si restringe e torna più utile l’aspetto artigianale, la tecnica. (…) Con la narrativa, continui a sgobbare finché una vocina dentro di te non ti sussurra che è arrivato il momento di tacere”.
Luoghi piante animali uomini / Piergiorgio Bellocchio
“Progresso. La suprema ironia del destino sarà che nel giro di pochi decenni (o siano pure uno o due secoli) l’uomo ipernutrito, ben protetto dal freddo e dal caldo, grazie ai progressi della scienza e della tecnica servito da ogni sorta di macchine… morirà per mancanza d’aria, d’acqua, cioè di quei beni che la natura ci ha regalato per migliaia di anni (…), quei beni che i miracoli della scienza e della tecnica, il mito del progresso illimitato avranno distrutto”.
Oggi, domani / Norberto Bobbio
“Solo chi crede che la politica non sia tutto giunge a convincersi che la cultura svolge un’azione a lunga scadenza, anch’essa politica, ma di una politica diversa. La politica ordinaria, piacerà o non piacerà, è la sfera dei rapporti umani in cui si esercita la volontà di potenza, anche se coloro che la esercitano credono che la loro potenza – beninteso non quella degli altri – sia a fin di bene. (…) Solo chi crede in un’altra storia – vi crede perché la vede correre parallelamente alla storia della volontà di potenza –, può concepire un compito della cultura diverso da quello di servire i potenti per renderli più potenti, o da quello, ugualmente sterile, di appartarsi e di parlare con sé stesso. Io, personalmente credo, ho sempre creduto, in quest’altra storia”.
Il tempo, la vita, gli altri / Agostino d’Ippona
“Gli uomini dicono: sono tempi cattivi, tempi angosciosi. Ma cerchiamo di vivere bene e i tempi saranno buoni! Siamo noi il tempo: come siamo noi, così sarà il tempo”.
Scrivere, leggere / Elisabeth Åsbrink
“Questo è un romanzo, quindi tutto ciò che racconta è vero”.
Luoghi piante animali uomini / Piera Ventre
“La tartaruga si era ritratta nel suo guscio e (…) poteva assimilarsi a un sasso, un grosso sasso dai colori accesi. Come può un essere vivere in una pietra? mi stupii, come se per la prima volta ci pensassi. Tuttavia, pure pensai che forse l’unico modo autentico per abitare veramente fosse quello che passava attraverso una costruzione attiva. Come gli antenati, i primi uomini che cercarono un asilo, avremmo dovuto saperci costruire una capanna per dirci realmente a casa. E quella tartaruga nel suo guscio, ossa e nervi, sangue e linfa, con gli organi adesi alla corazza, ne era la prova più evidente. Un corpo che si faceva abitazione, un edificio vivente che si sarebbe dissolto con la dissoluzione del suo unico abitante”.