“Scrivere, un modo del tutto speciale di camminare”.
Diari
Con le parole degli altri: diari di lettura che, attraverso la riproposizione di passaggi tratti da opere narrative e saggistiche di autori diversi, suggeriscono riflessioni su temi nodali e questioni che ci interrogano. Leggi di più
scrivere, leggere / Paolo Giordano
“Le ore migliori di creatività, quelle che ogni scrittore dovrebbe devolvere alla propria opera in corso, sono in genere quantificabili a un minimo di due a un massimo di quattro ore al giorno”.
scrivere, leggere / Michel Foucault
“Questo legame [della scrittura con la morte] rovescia un tema millenario; il racconto o l’epopea dei Greci aveva lo scopo di perpetuare l’immortalità dell’eroe (…). In maniera diversa il racconto arabo – qui penso alle Mille e una Notte – aveva anch’esso come motivazione, come tema e pretesto, il non morire: si parlava, si narrava fino all’alba per evitare la morte (…). A questo tema del racconto o della scrittura fatti per scongiurare la morte, la nostra cultura ha fatto subire una metamorfosi, ormai la scrittura è legata al sacrificio, al sacrificio stesso della vita; è un eclissarsi volontario che non deve essere rappresentato nei libri poiché esso si compie nell’esistenza stessa dello scrittore. L’opera il cui dovere era di conferire l’immortalità ha ormai acquisito il diritto di uccidere, di essere l’assassina del suo autore. Guardate Flaubert, Proust, Kafka”.
scrivere, leggere / Luca Doninelli
“Solo con l’esperienza avrei capito l’importanza della pubblicazione, del libro rilegato con titolo, copertina, casa editrice, prezzo, codice a barre. Tutte queste cose formano un argine contro il Tempo e, insieme, ne istituiscono uno nuovo. È come se le parole varcassero i confini di un nuovo paese, nel quale vige una giurisdizione completamente diversa. (…) Una volta entrate nel meccanismo della pubblicazione, le mie parole sarebbero diventate prigioniere dell’aspetto economico del lavoro, del comprare e del vendere, e avrebbero perso la capacità di stabilire un rapporto fisico e mimetico con la geografia circostante: gli angoli delle vie, per esempio, o i cancelli, l’odore dei tigli e dei gelsomini, il piacere dei passi (…)”.
scrivere, leggere / Emmanuel Carrère
“(…) so per esperienza che non bisogna parlare dei libri che si stanno scrivendo finché non sono terminati: la minima confidenza, soprattutto quando è un po’ euforica, la paghi ogni volta con una settimana di scoramento”.
scrivere, leggere / Francesco Biamonti
“Si fa della letteratura perché non si è contenti della propria vita”.
scrivere, leggere / Silvia Avallone
“È una cosa che non si chiede mai a uno scrittore [se sta scrivendo o scriverà] (…) perché tutti vorremmo scrivere di continuo pieni di trasporto, ma il fatto è che, forse, come non puoi innamorarti sempre, non puoi nemmeno sempre scrivere”.
scrivere, leggere / Vargas Llosa
“Mia madre mi raccontò che le prime cose che io scrissi erano continuazione delle storie che leggevo, perché mi dispiaceva che finissero, oppure volevo cambiare il finale. E forse è ciò che ho fatto per tutta la vita senza saperlo: prolungare nel tempo, mentre crescevo, maturavo e invecchiavo, le storie che riempirono la mia infanzia di passione e di avventure”.
scrivere, leggere / Jean Starobinski
“Un grande scrittore deve avere il coraggio di scegliere i propri temi e personaggi tra la materia comune della sensibilità del proprio tempo, in modo che la maggioranza degli uomini possa in essi riconoscere i propri sogni, le proprie angosce, i problemi quotidiani di tutti”.
scrivere, leggere / Gregor von Rezzori
“(…) immagino che di fatto la scrittura, a livello più o meno consapevole, sia il tentativo di trovare un’identità. Conoscere il segreto dell’io che non può mai andare perduto nonostante tutti i cambiamenti che attraversa nel corso di una vita (…) Perché scrivere? Per scoprire se la persona che diceva io a cinque anni e la persona che usa lo stesso pronome a 35, 53 o 78 anni (…) hanno una continuità, se l’io persiste”.
scrivere, leggere / Marcel Proust
“Senza dire a me stesso che quel che si nascondeva dietro i campanili di Martinville doveva essere qualcosa d’analogo a una bella frase, dacché mi si era rivelato sotto forma di parole che mi davan piacere, (chiesi) matita e carta (…), nonostante gli sbalzi della carrozza, per scaricarmi la coscienza ed obbedire all’entusiasmo (…) quando ebbi finito di scrivere provai una tal gioia, mi sentii liberato così pienamente di quei campanili e di quel che si celava dietro di loro, che (…) mi misi a cantare a squarciagola”.
scrivere, leggere / Amos Oz
“La vera funzione provocatoria della letteratura è spingere il lettore a confrontarsi con le sue priorità, la famiglia, il sesso, la morte”.
“Per scrivere non basta isolarsi in una sorta di raccoglimento monacale…”
“Per scrivere non basta isolarsi in una sorta di raccoglimento monacale, occorre anche avere esperienza del mondo, partecipare a gioie e sofferenze comuni, condividere speranze e delusioni”. (Claudio Milanini)
“Indipendentemente dall’argomento, io credo che si scriva sempre di se stessi…”
“Indipendentemente dall’argomento, io credo che si scriva sempre di se stessi, che gli autori scrivano sempre lo stesso libro. Lo scrittore, a mio parere, è una persona che ha due-tre cose da dire”. (Pierre Lemaitre)
“La volontà è più importante del talento…”
“La volontà è più importante del talento. (…) Una volta che si sente la necessità di scrivere quello che conta è il duro lavoro, la dedizione e la tenacia”. (Amy Hempel)
“(…) riuscire a orientarsi nel buio della mente, promessa delle storie che verranno…”
“(…) riuscire a orientarsi nel buio della mente, promessa delle storie che verranno – le vere, così come le inventate. Senza che perciò l’invenzione necessariamente procuri gioia: quella dipende dalla purezza, dalla non ambiguità della verosimiglianza (…). E la purezza dell’invenzione, a sua volta, presuppone un certo grado di libertà da se stessi. Per poter inventare, dal tuo io in qualche modo devi esserti affrancato: occorre che ti lasci in pace, che non si metta di mezzo, non si frapponga tra le tue visioni e te – te concentrato nel tentativo di descriverle. È in una condizione di vuoto, e grazie a una buona dose di oblio di se stessi, che l’immaginazione può spiccare il volo – Unbidden: spontanea, inattesa, non cercata. Così lavora, la fantasia”. (Lisa Ginzburg)
“Mi fido poco di quelli che dicono: ecco un libro veramente nuovo…”
“Mi fido poco di quelli che dicono: ecco un libro veramente nuovo. Di veramente nuovo in letteratura non c’è altro che il nostro individualissimo modo di usare il deposito della letteratura planetaria. Siamo immersi in ciò che ci ha preceduti. (…) [Le nostre pagine] costituiscono la traccia di come, volenti o nolenti, ci siamo nutriti della tradizione per esprimere – al suo interno – la nostra individualità”. (Elena Ferrante)
“La scrittura è una crescita continua, la celebrazione della vita…”
“La scrittura è una crescita continua, la celebrazione della vita che perdiamo poco a poco, ogni giorno”. (Michael Cunningham)
“La sofferenza è alla base di ogni creatività. Non c’è dubbio…”
“La sofferenza è alla base di ogni creatività. Non c’è dubbio. Le persone assolutamente felici, ammesso che esistano, non hanno bisogno di scrivere”. (Paul Auster)
“Il frequente uso delle citazioni risponde alla scelta di far parlare…”
“Il frequente uso delle citazioni risponde alla scelta di far parlare con la loro distinguibile voce i partecipanti a quell’impresa comune rappresentata da ogni libro”. (Remo Bodei)
“Quello che fondamentalmente faccio è creare un narratore…”
“Quello che fondamentalmente faccio è creare un narratore al quale fornisco le informazioni sulla mia vita e che poi, grazie a queste informazioni, costruisce il suo romanzo”. (Manuel Vilas)