“Non mi interessa scrivere qualcosa di mai scritto. Mi interessa l’ordinario, o meglio ciò che per nostra tranquillità abbiamo costretto dentro una divisa ordinaria. Mi interessa frugarci e mettere in disordine e non tacere nulla”. (Elena Ferrante)
scrivere, leggere
“Quello che scrivo appartiene in tutto e per tutto all’ordine di ciò che ho vissuto: nulla è deciso in anticipo…”
“Quello che scrivo appartiene in tutto e per tutto all’ordine di ciò che ho vissuto: nulla è deciso in anticipo, il libro viene costruendosi secondo la memoria. Non è un concetto che si sviluppa: per la precisione, l’oggetto è costantemente in fuga. (…) La letteratura è l’esatto contrario di una disciplina. È un dare forma al desiderio”. (Annie Ernaux)
“Fino ai primi anni del millennio nuovo ho ricevuto e scritto corrispondenze consegnate dal postino…”
“Fino ai primi anni del millennio nuovo ho ricevuto e scritto corrispondenze consegnate dal postino. Le comunicazioni oggi tra innamorati vanno più svelte e certo non rimpiango il tempo dei sentimenti affidati al servizio postale. Resto affezionato alla scrittura a mano per le storie, che non hanno premura di consegna e vengono da così lontano da aver preso l’adagio del fruscio della mano sopra il foglio”. (Erri De Luca)
“Quando scrivo non mi aspetto nulla. Il concetto è: entrate nel libro…”
“Quando scrivo non mi aspetto nulla. Il concetto è: entrate nel libro e cercate di trovare voi stessi nel suo spazio sospeso”. (Rachel Cusk)
“La letteratura (…) ti permette di conferire un senso anche agli errori biografici…”
“La letteratura (…) ti permette di conferire un senso anche agli errori biografici, perché li ricicla in propellente per la tua narrazione. Allora anche le tue nefandezze, le tue vigliaccherie passate hanno la chance di venire redente. È il falò delle tue compromissioni. La catarsi. La rinascita. La salvezza”. (Vladimiro Bottone)
“[Quando scrivo] Sono perso nel libro, in tutto il libro, nella totalità del libro…”
“[Quando scrivo] Sono perso nel libro, in tutto il libro, nella totalità del libro, proprio mentre lavoro sulle singole parti del libro. Ho la percezione di come vanno collegate fra loro”. (Paul Auster)
“A volte, mentre stiro, immagino che se non mi potessi mantenere scrivendo…”
“A volte, mentre stiro, immagino che se non mi potessi mantenere scrivendo, potrei andare nelle case degli altri a fare le faccende domestiche. Anche quello sarebbe un modo per entrare nelle vite degli altri, proprio come faccio da scrittrice”. (Anne Tyler)
“La scrittura incarna la sfida di preservare il nostro diritto…”
“La scrittura incarna la sfida di preservare il nostro diritto a non essere troppo pratici”. (Lee Stringer)
“Le idee del romanziere non stanno nelle opinioni espresse dai suoi personaggi…”
“Le idee del romanziere non stanno nelle opinioni espresse dai suoi personaggi, o nelle loro introspezioni, ma nella situazione che ha inventato per loro, nella giustapposizione dei diversi personaggi (…). È nella loro densità, nella loro consistenza, nella loro esistenza vissuta, resa tangibile in tutti i diversi particolari, che le sue idee vengono metabolizzate. (…) le idee del romanzo si incarnano nel focus morale del romanzo. Lo strumento con cui il romanziere pensa è la scrupolosità del proprio stile”. (Philip Roth)
“Penso che uno scriva i romanzi…”
“Penso che uno scriva i romanzi che vuole leggere”. (Martin Amis)
“Per quanto ricco di immaginazione, uno scrittore non inventa granché…”
“Per quanto ricco di immaginazione, uno scrittore non inventa granché. La maggior parte delle mie trovate sono ricordi che si trasformano in storie”. (Daniel Pennac)
“A parer mio quasi tutti sanno cos’è una storia…”
“A parer mio quasi tutti sanno cos’è una storia, fino a che non si siedono a scriverne una”. (Flannery O’Connor)
“Probabilmente hai una buona padronanza della lingua e sei in grado di comunicare idee usando le parole…”
“Probabilmente hai una buona padronanza della lingua e sei in grado di comunicare idee usando le parole. Ma questo non significa che tu possa scrivere un libro. Mettiamola così: corro da quando avevo circa un anno. Da quasi 40 anni! Ma non potrei mai correre una maratona. Non ne sono fisicamente capace, anche se posso correre per qualche miglio di seguito. Scrivere un libro è una maratona. Devi allenarti per farlo, fare pratica, capire i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli e lavorare duramente per superarli. Hai bisogno di un aiuto, di un riscontro, di un sostegno e ci devi provare molte volte prima di correre la tua gara migliore. Scrivere un libro che qualcun altro vuole leggere è correre la tua maratona più veloce. Nessuno ci riesce al primo tentativo e pochi scrittori possono aspettarsi di avere la resistenza necessaria senza un allenamento rigoroso”. (Kate McKean)
“Che colpisca un individuo o un popolo, che sia episodica e deflagrante oppure continuativa, non c’è esperienza traumatica…”
“Che colpisca un individuo o un popolo, che sia episodica e deflagrante oppure continuativa, non c’è esperienza traumatica che, per salvarsi, non richieda un racconto. Epopea letteraria o rivelazione fatta dal bambino abusato a un caregiver alternativo, ogni trauma ha bisogno di una storia per essere, quando possibile, elaborato. A maggior ragione quando è così precoce da non poter far altro che rifugiarsi, sotto mentite spoglie, nel corpo. (…) Possedere la nostra storia, il suo racconto, ci restituisce a noi stessi. Troppo spesso la sofferenza è storia non raccontata: dare parole al passato è curarlo”. (Vittorio Lingiardi)
“(…) ricreando, rivivendo immagini, persone, vicende, situazioni psicologiche e morali…”
“(…) ricreando, rivivendo immagini, persone, vicende, situazioni psicologiche e morali già celebrate nella propria poesia, si vive ulteriormente, e non d’obbligo nel rifugio del passato. Semmai nella riflessione che è riflesso scalfito sulla coscienza interrogata, riscossa. Nel tempo ritrovato si ritrova lo spazio per l’eco, la proiezione in avanti delle prove passate, sullo schermo dove tornano ad agire le ombre concrete della irreversibile fusione, o diciamo pure confusione, di scelte di vita e di poesia”. (Nazim Hikmet)
“Uno pensa di essere vuoto, e cerca affannosamente insegnanti e corsi che possano insegnargli a scrivere…”
“Uno pensa di essere vuoto, e cerca affannosamente insegnanti e corsi che possano insegnargli a scrivere. A scrivere si impara scrivendo. Sembra semplice, e lo è. Non s’impara uscendo da noi stessi per rivolgersi ad autorità esterne che secondo noi sanno come si fa”. (Natalie Goldberg)
“La storia della mia vita è la storia della lotta tra…”
“La storia della mia vita è la storia della lotta tra il prepotente impulso di scrivere e un insieme di circostanze volte a impedirlo”. (Francis Scott Fitzgerald)
“Mi sembra che ci siano cose che appartengono davvero solo alla letteratura…”
“Mi sembra che ci siano cose che appartengono davvero solo alla letteratura: il tempo e la morte, l’amore”. (Annie Ernaux)
“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che…”
“(…) pensa che per restare uno scrittore avrebbe dovuto ridiventarlo daccapo (…). È come se non riuscisse a ricordare ciò che inizialmente, un sacco di anni prima, l’aveva trascinato verso le parole, benché le parole siano ciò con cui tuttora se la vede. Mi sa che è un po’ come il matrimonio, ha detto. Costruisci un intero edificio su un periodo di passione che non si ripeterà. È la base della tua fiducia e qualche volta ne dubiti, ma non ci rinunci perché gran parte della tua vita è fondata su quel terreno”. (Rachel Cusk)
“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto…”
“Se vi sedete al tornio della scrittura, e cominciate a dar forma a un racconto, vi accorgerete che di quanto tempo ci voglia. Un movimento dopo l’altro, con fatica, lentamente, la ruota delle parole scava dei suoni, nell’animo, negli eventi. Un personaggio nasce frase dopo frase, un rammarico dopo l’altro, una sconfitta segue la successiva. Il martello del subito non è tra gli strumenti di un grande scrittore”. (Giulio Busi)
“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato…”
“Ogni giorno mi siedo alla scrivania e mi dico che sono proprio fortunato a fare questo lavoro. Un po’ alla volta, sono migliorato in quello che faccio. In un certo senso ogni libro è stato migliore del precedente. O piuttosto ho continuato a cercare di comprendere meglio quello che faccio o che cerco di dire. Di sbagliare meglio, diciamo”. (Paul Auster)