Paolo Giordano, Tasmania, Einaudi 2022 (pp. 266, euro 19,50)
Paolo – si chiama come l’autore, il protagonista – comincia col raccontare del suo soggiorno a Parigi nel 2015, giornalista accreditato alla Conferenza sull’emergenza climatica, per soggiungere subito, legando l’occasione pubblica alla sua dimensione personale, che “se non ci fosse stata in previsione una conferenza sul clima è probabile che avrei inventato un’altra scusa per partire, un conflitto armato, una crisi umanitaria, una preoccupazione diversa e più grande delle mie da cui farmi assorbire”. Il romanzo è già tutto qui, in questa ammissione di adesione alla propria epoca e, nello stesso tempo, di propensione a prenderne le distanze cercando compulsivamente un altrove in cui trovare un equilibrio, se non una soluzione definitiva alla propria inquietudine.
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