““[Nel macello] Le bestie urlavano il loro terrore. Non è vero che non sanno di essere mortali. Noi uomini glielo facciamo sapere prima di ucciderle, attraverso il modo in cui le uccidiamo. Vogliamo che lo sappiano, che condividano la nostra sorte. Noi uomini gli diamo la morte insieme alla coscienza della morte. non può esserci niente di più crudele di questo. Noi non sopportiamo che ci siano esseri che muoiono innocenti. Non riusciamo a essere i soli a portare il peso della conoscenza della propria morte”.
Un’opera che parla a noi e di noi
Ivano Dionigi, L’apocalisse di Lucrezio. Politica, religione, amore, Raffaello Cortina Editore 2024 (pp. 208, euro 14)
“È il sentire cosmico e razionale di Lucrezio in sintonia con le domande dei nostri tempi?”. Rispondere a questa domanda è il compito che Dionigi si pone, anticipando comunque l’esito: “Lucrezio lo aveva detto”. È infatti la constatazione dei temi e dei motivi che rendono attuale la sua opera a ricorrere in queste pagine, a partire dal riconoscimento lucreziano della “coincidenza fra le proprietà delle res e quella dei verba”, della transitività fra parole e cose fa della lingua il modello della realtà, secondo un modo di vedere che trova riscontro in autori contemporanei, come Italo Calvino, secondo il quale “la scrittura [è] modello d’ogni processo di realtà” e quindi esiste la possibilità di una comunicazione fra “mondo scritto” e “mondo non scritto”, quella possibilità che per Dante risiedeva nella fede e per Galileo nella matematica.
Continua a leggere Un’opera che parla a noi e di noiOggi, domani / Michele Serra
“Per la natura noi siamo uguali ai piccioni, ai cervi, alle nutrie, alle locuste, all’erba e ai boschi, quando capita la natura ci travolge e ci schiaccia senza domandarsi — nemmeno per un attimo — se siamo russi o ucraini, ebrei o palestinesi, l’unico criterio conosciuto, per una tempesta, sono le leggi fisiche che governano la biosfera. Nelle manifestazioni della natura (anche quelle miti, vitali e prospere) potremmo riconoscere quell’unità che ci rende tutti uguali, e che abbiamo tragicamente perduto”.
Osservare, capire, prender partito
Rachel Cusk, Coventry. Sulla vita, l’arte e la letteratura, Einaudi 2024 (pp. 226, euro 18,50)
Contemporanei, addirittura precedenti in alcuni casi, rispetto alla sua trilogia, sono questi racconti e saggi della scrittrice inglese. Se in Resoconto, Transiti e Onori (in queste note nel dicembre 2018, giugno 2019 e marzo 2020) si era voluto riconoscere opere che sovvertivano il genere romanzesco, in questi scritti, raccolti sotto il titolo di uno di essi, è difficile stabilire il confine fra la narrazione e la trattazione, fra le storie e le riflessioni.
Continua a leggere Osservare, capire, prender partitoIl tempo, la vita, gli altri / Hua Hsu
“Quando sei giovane speri tutto il tempo che ti accada qualcosa, convinto che la vita sia altrove. Poi succede qualcosa davvero: e passi il resto della vita a cercare di dargli un senso”.
Un’autobiografia mai scritta
Marco Cavalli, L’uomo dell’Enciclopedia, Neri Pozza 2024 (pp. 201, euro 18)
Tutti più o meno sanno, o pensano di sapere, qualcosa di Rousseau e di Voltaire mentre, per quel che riguarda Diderot, sarebbero parecchi ad ammettere onestamente che le loro conoscenze non vanno oltre il ruolo che quest’altro grande rappresentante dei Lumi ebbe, insieme a D’Alembert, nella creazione di quell’opera monumentale che è l’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri.
Continua a leggere Un’autobiografia mai scrittaScrivere, leggere / Gianni Celati
“Scrivere è un modo di consumare il tempo, rendendogli l’omaggio che gli è dovuto”.
Una crisi rivelatrice
Byung-Chul Han, La crisi della narrazione. Informazione, politica, vita quotidiana, Einaudi 2024 (pp. 116, euro 13)
Il filosofo sudcoreano, trapiantato in Germania, prosegue il suo lavoro di critica della società contemporanea, che è insieme di attualizzazione e, anche se non dichiaratamente, di divulgazione delle idee maturate nella sua patria di elezione. Se, per esempio, riflettendo sulla Società senza dolore e la rimozione della sofferenza dalle nostre vite (in queste note nel luglio 2021), era Heidegger il pensatore di riferimento – lo stesso sul quale, del resto, l’autore si è formato – , qui è su un altro autore tedesco che il discorso torna, e non poteva essere diversamente.
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