“Sotto la lettera del ‘testo’ sono oppresse, ma possono sorgere, alcune possibilità; e ci sono ancora, e sempre in noi, universi che la nostra mano scrivente (…) potrebbe decidere di produrre, sono varianti dell’io (…). L’io che ha formato un libro non è che uno tra gli altri”.
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Racconti per risignificare i luoghi
Architetture inabitabili, a cura di Chiara Sbarigia e Dario dalla Lana, Marsilio Arte 2024 (pp. 248, euro 38)
Inabitabili non perché degradate al punto da non offrire accoglienza possibile, ma perché non concepite per essere abitate. Eppure l’inabitabilità può essere sì una “condizione triste”, ma anche “vitale e altamente simbolica”, tanto da aver meritato di esser rappresentata in una mostra che ne esibisse alcuni casi esemplari, e potesse riassumersi un questo catalogo. Un catalogo ricco di immagini, che mettono a confronto lo stato attuale del monumento con quello del passato, ma anche, e soprattutto, un catalogo da leggere.
Continua a leggere Racconti per risignificare i luoghiReliquie dell’inferno
Gaëlle Nohant, L’archivio dei destini, Neri Pozza 2024 (pp. 336, euro 20)
Francese, Irène Martin, ma da più di venticinque anni abitante in Germania, in un paesino dell’Assia i cui abitanti “la vedono sempre come un’estranea”. Come mal sopportano è l’archivio, istituito dagli Alleati dopo la seconda guerra, in cui lei lavora, l’International Tracing Service: “Non abbiamo abbastanza fastidi quotidiani, c’è proprio bisogno di rivangare in eterno quelle vicende?”. Le vicende sono quelle delle vittime della Shoah, morti, profughi e scomparsi che volontariamente o meno hanno lasciato dietro di sé delle tracce che l’archivio, appunto, raccoglie e cerca di far pervenire ai discendenti, “altrimenti la tomba rimane aperta in fondo al cuore”. E fra i discendenti ci sono cittadini francesi, ecco perché all’Archivio occorre una come Irène, che accetta senza esitazioni, reduce dal divorzio seguito alla nascita del suo primo e unico figlio.
Continua a leggere Reliquie dell’infernoIl tempo, la vita, gli altri / Thich Nhat Hanh
“Vedi il tuo corpo nella sua natura interdipendente e impermanente: se noti come non sia un’entità durevole nel tempo, smetterai di identificarti interamente in esso o di consideralo come un ‘sé’. (…) il corpo cessa di essere un aggregato di attaccamenti e la persona è libera, non più prigioniera della paura”.
Un albero solo
Carlo Simoni, Un albero solo, Secondorizzonte 2024 (pp. 135)
Il romanzo è scaricabile gratuitamente:
Una figura, tra quelle dei profughi che scendono da un pullman in arrivo dall’Ucraina nel marzo del 2022, richiama alla mente del protagonista, un anziano medico, il ricordo di un amore di gioventù. La breve relazione che l’aveva legato cinquant’anni prima a Olena, una ragazza di origine polacca, l’aveva fatto avvicinare a una cultura in cui la convivialità calorosa e ospitale non cancellava la memoria della tragedia degli anni del nazismo. Una memoria ancora viva nella madre di Olena, costretta a fuggire dalla sua città, Leopoli, e poi a vivere con la famiglia nel ghetto di Varsavia, prima di essere rinchiusa nel campo di sterminio dal quale solo lei si era salvata.
Continua a leggere Un albero soloUna lezione importante per la città del Bigio
Tomaso Montanari, Le statue giuste, Laterza 2024 (pp. 134, euro 16)
Non può leggere questo libro senza avvertire assonanze e raccogliere indicazioni chi, come noi, vive in una città in cui da anni si discute di una statua rimossa all’indomani della Liberazione e dell’opportunità o meno di ricollocarla dov’era. Un dibattito che non riguarda un caso isolato, di interesse puramente locale, ma risulta per molti versi esemplare nei tempi della cancel culture, in cui “il conflitto che in tutto l’Occidente si coagula intorno alle statue, nello spazio pubblico” rimanda in realtà a quesiti più generali sul rapporto tra storia e politica, tra passato e presente, tra civiltà e vandalismo”: “è a queste domande che prova a rispondere questo libro”, nell’intento di “costruire risposte utili a comprendere, e a prendere posizione”.
Continua a leggere Una lezione importante per la città del BigioLuoghi piante animali uomini / Marjorie Celona
“Appoggiò la mano sulla testa calda del cane e sembravano combaciare alla perfezione, come se la testa dell’animale fosse fatta apposta per stare lì, per colmare il vuoto della sua mano. Com’era possibile vivere senza un cane? (…) per sopravvivere devi avere qualcuno che ti ami incondizionatamente. Qualcuno che ti dia tutto l’amore di cui hai bisogno”.
Consigli spiccioli per questioni inevitabili
Ermanno Cavazzoni, Manualetto per la prossima vita, Quodlibet 2024 (pp. 256, euro 17)
Che si torni al mondo, dopo averlo lasciato, pare certo; che non ci si ricordi della vita precedente probabile. Cavazzoni sembra d’accordo con Platone, sia pure con qualche riserva: se qualcosa è restato in mente si tratta solo di qualche déjà vu, non ci sono eccezioni – né responsabilità. Non ci sono quelli che non avendo ecceduto nel bere l’acqua del fiume Lete ricorderanno il mondo delle idee e dunque vivranno filosoficamente. Ai redivivi si possono se mai dare consigli spiccioli – da manualetto, appunto – riguardanti questioni inevitabili: la vita, la morte, il cosmo, i casi quotidiani, il fatalismo, l’aldilà (non roba da poco, per un manualetto). Consigli e riflessioni utili per evitare di cadere “negli stessi errori, nelle illusioni, nelle ingenuità del novizio”, quale inevitabilmente è chi nasce.
Continua a leggere Consigli spiccioli per questioni inevitabiliOggi, domani / Antonio Casto
“La retorica del ‘malato combattivo’ e del ‘guarirai’ è tra le forme più seccanti di una certa finzione contemporanea, del patetico buonismo del va-tutto-bene che oggi imperversa ogni volta che tocca affrontare problemi umani non facili da spazzare sotto al tappeto”.
Per un pacifismo energetico
Peter Sloterdijk, Il rimorso di Prometeo. Dal dono del fuoco al grande incendio del pianeta, Marsilio 2024 (pp. 96, euro 15)
“Un’antropologia energetica” è quella che in meno di cento pagine delinea il filosofo tedesco – maestro di sintesi ricche di intuizioni brillanti e spesso di schematizzazioni ardite o collegamenti spericolati – a partire dalla constatazione che sin dall’epoca preistorica homo sapiens ha potuto contare su un “complice” decisivo nella sua “fuga dalla sfera delle mere condizioni naturali”: il fuoco, non a caso elevato a “metafora del divino, accanto al vento, al fulmine e al sole”. Il fuoco ha reso “le prede della caccia commestibili per l’uomo”, ha permesso di trasformare il grano in pane, di separare i metalli dai minerali, qualificandosi come componente decisiva del lavoro, ossia del rapporto fra uomini e risorse naturali.
Continua a leggere Per un pacifismo energeticoIl tempo, la vita, gli altri / Dino Buzzati
“Tutto sta nel saperla fare bene, questa ultima e speriamo lunga, ultima discesa. Dipende dalla saggezza, dalla bontà, dalla rassegnazione, dallo humour, dal buon gusto. Soltanto così ci si può salvare”.
Scrivere, leggere / Lucia Berlin
“[Scrivere] Per la gioia di farlo. È un posto dove andare. Senza dubbio è un posto in cui mi trovo… in cui sento di trovare la parte onesta di me. Quando ho cominciato a scrivere ero sola. Il mio primo marito mi aveva lasciata, avevo nostalgia di casa, i miei genitori mi avevano ripudiata perché mi ero sposata giovanissima e avevo divorziato. Scrivevo solo per… per tornare a casa. Era come andare in un posto in cui mi sentivo al sicuro. Perciò scrivo per fissare una realtà”.
Un’insegnante inimitabile, una donna unica
Julian Barnes, Elizabeth Finch, Einaudi 2024
“Stava in piedi di fronte a noi, senza un appunto, un libro, o il minimo nervosismo”. La professoressa Elizabeth Finch sa imporre la sua persona, e il suo ruolo, agli studenti, fin dalla prima lezione. Non è sorpresa quella che desta negli studenti, come la Giulia di cui parla Recalcati nel suo L’ora di lezione (Einaudi 2014), non solo perché Elizabeth non è più giovane, veste in modo elegante ma austero e i suoi capelli sono “grigio cenere”, ma anche perché è dichiaratamente, programmaticamente estranea a parlare con passione agli studenti, e non importa che qui si tratti di adulti “fra i venti e i quaranta e rotti”, perché “(reagiscono) alla sua presenza come ragazzini tornati a scuola”.
Continua a leggere Un’insegnante inimitabile, una donna unicaIl mondo non finisce con noi
Emanuele Aldrovandi, Il nostro grande niente, Einaudi 2024 (pp. 200, euro 17)
La classica fantasticheria di continuare a vedere che cosa succede una volta che non si è più: sintomo dell’impossibilità di pensare davvero la propria morte, secondo la psicanalisi; occasione di un racconto leggero e intenso per l’autore, che all’indomani dell’incidente stradale che l’ha ucciso si aggira nella propria casa prendendo atto che le sue cose gli sono sopravvissute: “Sul bordo del lavandino è ancora appoggiata la tazza del latte (…). Il computer è aperto sul tavolo, esattamente dove l’ho lasciato. Bottiglia dell’acqua da un lato e pacchetto di grissini alle olive dall’altro, resti di una mattina passata a scrivere e sgranocchiare.” E oltre le cose, le persone ovviamente.
Continua a leggere Il mondo non finisce con noiLuoghi piante animali uomini / Enzo Fileno Carabba
“Quella che noi chiamiamo razionalità è la mentalità animale: catturare qualcosa, o scappare da qualcosa. Gli animali sono mossi dalla logica del profitto immediato, perlomeno i mammiferi (…). Preferiscono avere ragione. I grandi alberi invece tendono a vivere fantasticando, creando vaste ramificazioni di sogni. (…) La fotosintesi clorofilliana è possibile solo grazie a una mentalità fantastica”.
Le cause del nostro smarrimento
Giovanni De Luna, Che cosa resta del Novecento. Piccolo manuale contro il disincanto, Utet 2023 (pp. 192, euro 15)
“Il XX secolo sarà stato un brutto secolo”, è il giudizio d’apertura: un secolo in cui, oltre alla violenza del nazismo e dello stalinismo, alla proliferazione degli armamenti nucleari dopo il loro uso a Hiroshima e Nagasaki, all’affermazione totalitaria della biopolitica, si sono verificate una cinquantina di guerre oltre le due mondiali, con un totale di circa 100 milioni di morti. E non è finita qui, come si leggerà nelle pagine che seguono. Ma la perentorietà del giudizio non deve far passare inosservato quel ‘sarà stato’, un futuro anteriore con il quale lo storico sembra proporsi di prendere le distanze dal suo oggetto per esercitare un’osservazione distaccata e insieme partecipe.
Continua a leggere Le cause del nostro smarrimentoOggi, domani / Giorgio Caproni
“Enea (…) è l’uomo solo di oggi con sulle spalle il peso di una tradizione crollante da tutte le parti e per la mano una speranza che anziché sorreggerlo ha bisogno d’essere sorretta”.
Il posto del passato
Julio Llamazares, Diversi modi di guardare l’acqua, Il Saggiatore (pp. 176, euro 19)
“Una volta lì ci rendemmo conto che il paese non c’era ancora”. Quello di prima era rimasto nella “valle diventata un bacino idrico”: una storia che si è ripetuta spesso nelle regioni di montagna e altre volte è divenuta materia narrativa, come nel caso di Resto qui, di Marco Balzano (in queste note nell’aprile del 2018).
Gli abitanti han dovuto prendere le loro cose e spostarsi dalle montagne alla pianura, su questa terra vergine, da coltivare. Un pantano, una laguna, da bonificare.
Il tempo, la vita, gli altri / Thomas Browne
“Non ho tanto paura quanto vergogna della morte; essa è veramente l’onta e l’ignominia della nostra natura, e in un momento può talmente sfigurarci che i nostri amici più cari, le mogli e i figli se ne stanno impauriti e sussultano davanti a noi. […] Fu proprio questa riflessione a far sì che durante una tempesta mi sentissi disposto a sprofondare nell’abisso delle acque; dove sarei perito non visto, non commiserato, senza sguardi attoniti, senza lacrime di pietà e discorsi sulla mortalità: e dove nessuno avrebbe detto, quantum mutatus ab illo!”.
Scrivere, leggere / Alessandro Baricco
“Per un bel po’ non ho più scritto una riga. Alle volte si è così fastidiosamente banali. Poi, però, a poco a poco, incominciò a crescermi dentro quella che era una mancanza, un battito mancante, uno spazio bianco. Il fatto è che per me scrivere è sempre stato, oltre a un modo per campare, una sorta di esercizio spirituale, e spesso un eremo dove meditare, e sempre il mio segreto Carnevale. E questi tre pezzi di me non sembravano aver trovato una dimora diversa, analogamente perfetta. Così nel libro mastro del mio sentire i conti non tornavano più, e denunciavano una vita in perdita”.
Una colta bonaria pensosità
Giulio Bollati, Memorie minime, Bollati Boringhieri 2024 (pp. 64, euro 10)
Non tutte le introduzioni meritano di essere lette prima del testo che illustrano, a volte lo gravano di aspettative che si riveleranno ingiustificate o di informazioni che si metteranno di mezzo impedendoci di incontrare l’autore. Non è il caso della nota che Claudio Magris premette a questa cinquantina di pagine, innanzitutto perché, sull’onda di un’amicizia profonda, sa restituire i tratti inconfondibili di un amico, “un fratello maggiore, da cui ha ricevuto molto”, per cui quello che ci offre è un ritratto della sua unicità, che si traduceva in un’“amabile saldezza di gran signore, ricca di humour, venata di un’ombra di malinconica timidezza e celata da un’aria sorniona, dal disincanto di chi sa come vanno a finire le cose, ma sa incantarsi per esse”.
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